I migranti fuggono da situazioni terribili, anche quando non si tratta di profughi che fuggono da conflitti in corso non si può comunque abbandonarli a se stessi, vengono da paesi dove non c’è lavoro, mancano i servizi di base, zone in cui sopravvivere è molto difficile. Questa è la posizione ufficiale della sinistra (il termine è usato per identificare lo schieramento, ma non ha legami con il significato originale della parola) ed è un atteggiamento per molti aspetti condivisibile, quanto meno sotto il profilo etico. Alcuni, come la Presidente Boldrini si spingono oltre e vedono in questo fenomeno migratorio una straordinaria opportunità di crescita economico-culturale per il continente europeo, gli immigrati diventano “risorse” dalle quali apprendere nuovi modelli di comportamento, a suo dire più avanzati e adatti all’integrazione. Opinione che non condivido ma che la Presidente della Camera ha diritto di esprimere.

In questi giorni il nostro governo è impegnato in Libia, in collaborazione subalterna con i francesi del tanto amato Emmanuel Macron che con il suo piglio autorevole sta dettando l’agenda per arrestare l’esodo biblico di migranti organizzato da trafficanti che sfruttano il caos della Libia per gestire indisturbati le partenze verso i porti italiani. Quindi il contrasto del fenomeno dovrebbe ridurre le partenze. Se questo è vero ci saranno migliaia di potenziali migranti costretti a restare nel paese d’origine. Cioè quel paese da cui sarebbe, sempre secondo la sinistra, legittimo partire per trovare lavoro, per non soffrire la fame, per sopravvivere. Quindi li salviamo in mare ma nel frattempo cerchiamo di non farli arrivare sulla costa, come se il diritto di sopravvivere si acquisisse con l’immersione in quella sorta di fonte battesimale costituita dal mare mediterraneo: chi muore prima va nel limbo del “non ce ne frega niente”, chi riesce a raggiungere la costa viene battezzato ed acquista il viatico per quel paradiso che si chiama Centro di Idenficazione.

Qualcuno mi deve spiegare perché affogare nel mediterraneo è diverso da morire di fame nel Ciad o soccombere alla sete tentando di attraversare il Sahara. Mi sembra un atteggiamento idiota e farisaico: se riuscite ad arrivare sulla costa, allora avete il diritto di sopravvivere, ma ci stiamo organizzando perché questo non accada e voi restiate a morire nei vostri paesi. Del resto è lo stile dei governi degli ultimi vent’anni: le cose che non si sanno gestire o rispetto alle quali si teme di prendere posizioni che potrebbero far perdere consensi, si nascondono sotto il tappeto. E’ per questo che ci troviamo un debito pubblico surreale, una sanità in rapido degrado, una scuola che non funziona. L’importante è tweettare, fare proclami, gestire a scopi clientelari le Coop e le Onlus, e garantirsi il vitalizio.

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