“Hanno la libertà, ma manca loro quel bagliore negli occhi”: con queste parole Angelo De Poli, ingegnere rodigino e valente fotografo che espone fino al 17 giugno a Fotografia Europea 018 nel circuito off, introduce la sua mostra su Sao Tomè e Principe che ha visitato nell’agosto 2017.

La repubblica democratica di Sao Tomè e Principe è uno stato indipendente dell’Africa, che deve il nome a Tommaso apostolo (in portoghese Sao Tomè), per via del giorno in cui fu scoperta dai Portoghesi il 21 dicembre del 1471, all’epoca data della commemorazione del santo.


Colonia del Portogallo, ottenne nel 1975 l’indipendenza e si diede l’ordinamento giuramento di repubblica semipresidenziale; situate a circa 250 km dalla costa nord-occidentale del Gabon, le due isole maggiori sono distanti tra di loro circa 140 km ed erano disabitate prima dell’arrivo dei portoghesi.

I dominatori decisero che le isole rappresentavano una base ideale per il commercio; si scoprì che il terreno vulcanico delle isole era perfetto per l’agricoltura, ed in particolar modo per la coltivazione della canna da zucchero.

Per alimentare la manodopera per le coltivazioni i portoghesi fecero affluire sulle isole moltissimi schiavi africani ed a metà del quindicesimo secolo la colonia era tra i primi esportatori di zucchero dell’Africa.

Nel diciannovesimo secolo vennero introdotte le coltivazioni del caffè e del cacao con grande sviluppo tanto che all’inizio del 1900 Sao Tomè era diventato il principale esportatore mondiale di cacao.

I proprietari terrieri continuarono a fare lavorare i braccianti nelle piantagioni, nonostante fosse stata abolita la schiavitù dal 1876, con un regime di lavoro forzato retribuito.

Verso la fine degli anni cinquanta un piccolo gruppo di abitanti dell’isola formò il movimento per la liberazione di Sao Tomè e Principe che fu favorito dalla caduta nel 1974 della dittatura di Marcelo Caetano in Portogallo ed i rappresentanti del nuovo governo stipularono un accordo per l’indipendenza dell’arcipelago, resa ufficiale il 12 luglio 1975.

Nel 1991 ci furono elezioni multipartitiche, libere e trasparenti e le ultime elezioni presidenziali nel 2016 hanno visto la vittoria di Evaristo Carvalho, che era stato primo ministro per due brevi mandati nel 1994 e nel 2001 e l’estrazione petrolifera è divenuta intanto una fonte importante dell’economia insulare.

Le fotografie di Angelo De Poli illustrano in modo chiaro la realtà dell’isola, i colori delle piante della lussureggiante foresta pluviale tropicale, i volti delle persone, i giochi dei ragazzi sulla riva del mare, i loro salti sulle onde, le barche di legno colorate abbandonate sulla riva o riemerse, gli incontri con gli isolani e con un italiano residente là che commercia cacao.

La mostra è armoniosamente inserita in un negozio di pietre orientali e gioielli creati dalla titolare, che è anche pittrice; le fotografie in bianco e nero e a colori sono stampate su pannelli, incorniciate singolarmente o in fila, con cornici bianche o nere ed il tutto si inserisce bene sulle pareti, dove sono appesi quadri e suppellettili di arredamento.

Gli scatti di Angelo De Poli parlano, respirano, palpitano, vanno ascoltate e non soltanto guardate, trasmettono emozioni, liberano energia, sono una potenza della natura per la vivacità espressiva, la composizione ben strutturata, che nasconde un progetto, un’idea che si trasforma in un agito fissato dalla macchina fotografica, lasciando all’osservatore la possibilità di interpretare il celato, dando una propria visione del contesto panoramico ed onirico, come libera espressione artistica prima pensata ed in seguito creata.


La magia di queste immagini ferma il reale in un tempo rubato inventando una estetica, una immaginazione che si trasforma in una narrazione di volti, di persone, di vite.
Angelo De Poli ci restituisce tutto questo un po’ alla volta, lasciandoci l’opportunità di scoprire una foto dopo l’altra, trovando il filo sottile che lega questo interessante portfolio, dinamico, scorrevole, ben articolato con una sua coerenza lessicale.

E’ un buon lavoro che dà onore al nostro concittadino, unico fotografo di Rovigo presente a Fotografia Europea, insieme alla mostra in bianco e nero delle costruzioni abusive sugli scanni alla foce del Po, della fotografa e collaboratrice di REM, Cristina Sartorello, di fianco a Palazzo Magnani.

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