Qualche anno fa ho conosciuto Mario Monicelli, uno dei miei registi preferiti. Da buon provinciale ero emozionato, colpito dalla sua disponibilità. Avrei voluto dirgli molte cose, sono riuscito solo a dirgli che lo ringraziavo.
Mi guardò un po’ sorpreso, gli spiegai che per il prezzo di un biglietto con i suoi film lui mi aveva regalato emozioni, mi aveva fatto riflettere, mi aveva spinto a crescere, qualche volta addirittura a cambiare idea.
Con lui, come del resto con molti altri registi, scrittori, attori, poeti e artisti di ogni genere, ho un debito che non potrò mai ripagare. Mi hanno regalato le chiavi dell’universo, mi hanno permesso di costruire ricordi meravigliosi che saranno per sempre con me, me l’hanno offerto in cambio del prezzo di un biglietto o di un tascabile in edizione economica.
Credo che ora, per me e per molti di noi, sia arrivato il momento di ripagare quel debito, almeno in parte.
Ci sono migliaia di artisti che, a causa del lockdown, sono senza lavoro, senza salario e senza alcuna garanzia per il loro futuro. Non ci sono solo le star di Hollywood con i loro cachet milionari, ci sono migliaia di artisti meno famosi, ma altrettanto bravi, altrettanto preziosi, altrettanto indispensabili per la nostra vita.
Ci sono anche gli scrittori di
soggetti, i doppiatori, gli attrezzisti i fonici… una lunga lista di
professionisti che lavorano per offrirci qualcosa che è fondamentale per il
nostro vivere, fin dai tempi di Euripide.
Senza Shakespeare o Molière non saremmo quello che siamo, come senza Picasso o
senza Hemingway, anche se non ce ne rendiamo conto.
Appena sarà possibile, compatibilmente con quanto possiamo, cerchiamo di andare a teatro, andiamo a visitare i musei, godiamoci un’opera all’arena o un concerto al Regio di Parma.
È un’esperienza meravigliosa che aiuterà noi e chi si trova, senza colpa, in grande difficoltà. Mio nonno risparmiava qualcosa sulla spesa per andare a teatro, barattava la spigola o il filetto di vitello con un biglietto di loggione per la Tosca o il Parsifal. Non se ne è mai pentito.


L’ESTUARIO DEL PO. Cronache non necessariamente conformiste. Mario Bellettato è nato ad Adria nel 1956. Dopo gli studi classici e la laurea in giurisprudenza ha intrapreso una carriera manageriale che lo ha portato a lunghe permanenze all’estero. Ha lavorato come copywriter per alcune agenzie di pubblicità e si è occupato di formazione per l’Unione Europea. Ha pubblicato i romanzi “Il sognatore” (2015) e “Due perle” (2020).