Dopo il successo delle rappresentazioni di Suor Angelica e Cavalleria Rusticana, andate in scena al Teatro Sociale nell’ultimo fine settimana di gennaio, l’affezionato pubblico della stagione lirica rodigina si preparava a vivere un ulteriore importante appuntamento. 

Dall’11 marzo, data in cui era prevista l’anteprima studenti, e poi il 13 e il 15 marzo era in programma la rappresentazione di Andrea Chénier di Umberto Giordano, per la quale si dovrà però attendere fino al prossimo autunno. 
In questi giorni è stato infatti diramato da Assessorato alla Cultura – Teatro Sociale di Rovigo un comunicato nel quale si rende noto che, a seguito dei provvedimenti assunti con Ordinanza ministeriale e regionale per il contenimento del Coronavirus, l’opera è stata rinviata al 9 e 11 ottobre con prova generale il 7 ottobre
Gli abbonati e coloro che hanno acquistato il biglietto potranno utilizzarlo per le nuove date o chiedere il rimborso del biglietto, rivolgendosi al botteghino del Teatro Sociale durante gli orari di apertura o inviando richiesta, con apposito modulo reperibile nel sito del Comune o al botteghino, agli indirizzi teatrosociale.botteghino@comune.rovigo.it e teatrosociale@comune.rovigo.it. C’è anche un numero al quale è possibile ottenenere maggiori informazioni: 0425/25614.

In attesa dei prossimi appuntamenti con l’opera lirica, il numeroso pubblico che quest’anno ha beneficiato degli spettacoli offerti dal teatro rodigino potrà ripercorrere i momenti più significati di Suor Angelica e Cavalleria rusticana, entrambe salutate con lunghi e calorosi applausi. 

Apprezzata da pubblico e critica la lettura che il regista Gianmaria Aliverta ha fatto del dittico, accompagnando il pubblico alla scoperta della società matriarcale del Sud Italia, guidato da una forte personalità femminile in grado di decidere della vita e della morte di uomini e donne. 

In questa visione, Suor Angelica e Cavalleria Rusticana sono diventate quasi un’unica opera che, nello sfondo di una terra intrisa di religiosità cattolica che non di rado sfocia nella superstizione, narra la storia di figli strappati alle madri e poi uccisi, davvero o per finta, e di madri che si piegano al volere di donne più forti. 

Nella visione di Aliverta i personaggi delle due opere viaggiano sullo stesso filo narrativo, diventando i protagonisti della stessa storia. 

“Stesso parallelismo ho voluto per le scene – così il regista – in Cavalleria si vede frontalmente il sagrato della chiesa e il suo interno, in Suor Angelica la stessa chiesa vista da una prospettiva laterale diventa il convento di clausura. Come a chiudere un cerchio, Suor Angelica sarà costretta ad espiare i suoi “peccati” nello stesso luogo in cui li ha commessi, proprio lì dove si è lasciata travolgere dalla passione”.

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