Pablo Chiereghin è  l’artista che Rem ha voluto per primo nel numero di inizio avventura del 2010). Con il senno di poi, la  scelta ha avuto un senso, se penso a una certa comunione di obiettivi.
Cosa cercano di fare REM e remweb? Io credo che cerchino di combattere uno stereotipo, la convinzione dei più che tra Adige e Po non succeda mai nulla… che non vi crescano talenti…. che in questo nowhere ci si perda e basta.

Ecco anche Pablo Chiereghin combatte ironicamente e intelligentemente  stereotipi, aggiungerei con una buona dose di eleganza e di ironia. Nato e cresciuto ad Adria ed esportato per motivi sentimentali in Austria, la sua ricerca l’ha concentrata su stereotipi più ampi. Come  vedono gli italiani gli austriaci? Cosa manca agli italiani che vivono in Austria? Indagini di confine, su rapporti che per fortuna sono all’insegna della reciproca simpatia,  ma che ci raccontano quanto facile sia far di tutta l’erba un fascio.

Ed è proprio l’erba la protagonista della geniale installazione che ha invaso un paio di settimane fa l’ambasciata italiana a Vienna. Con l’appoggio e la fiducia dell’ ambasciatore Marrapodi e del curatore Marcello Farabegoli, Pablo Chiereghin e l’amico artista Aldo Giannotti hanno invaso le stanze dell’ambasciata con un campo da calcio in erba vera.

installazione chiereghin ambasciata vienna 3

Hanno giocato sullo stereotipo dell’italiano tifoso, per cui la domenica è il pallone, “il calcio in una stanza” la ricompensa della dura settimana lavorativa.

Ma non  si sono fermati qui. La mostra/installazione/performance, che si intitola “Di domenica”, per le inspiegabili illogicità all’italiana è stata inaugurata di giovedì e disseminata di cartelli che il turista straniero potrebbe trovare nei nostri musei: “Chiuso per lavori”, “momentaneamente fuori servizio”, ecc. Una performer ha letto le istruzioni che il Ministero degli Esteri austriaco dà ai turisti in partenza per l’italia.

Proprio come in una scampagnata all’italiana, alla faccia dell’etichetta, niente bicchieri di cristallo, ma tanti bicchieri  di plastica, tutt’altro che in linea con l’attenzione all’ambiente austriaca.

installazione chiereghin ambasciata vienna 5Le foto di Massimo Vitali mostrano la capacità  tutta italiana di rendere dei paradisi naturali dei carnai al sole, senza nascondere che molto di quello sfregio è anche opera del poco rispettoso turista straniero, come dimostra la foto da un quotidiano ingigantita da Pablo Chiereghin che va a coprire un arazzo dell’ambasciata. Iperrealismo che diventa surrealismo.

Punto di forza dell’Italia, in una sorta di riscatto dell’italiano residente nel paese confinante, sul fronte esterno dell’Ambasciata campeggia uno striscione “Mi manca il mare” .

Che dire? Divertendo si pone la questione di quanto ci portano distanti dalla realtà gli stereotipi tra culture e soprattutto quanto incidono i comportamenti di chi ci rappresenta nell’aumentarli o combatterli. 

installazione chiereghin ambasciata vienna 2

Quando Pablo mi ha mandato il materiale dell’evento, non ho potuto non pensare a un recente fatto di cronaca locale: la delegazione rodigina ospite a Yalta in Crimea. Nella situazione a tutti nota di tensione tra UE e Russia proprio per questo strappo di territorio,  si va a un incontro diplomatico convinti di andare in gita scolastica mentre gli ospiti si attendono un gemellaggio. Il vicesindaco, avvocato di professione, casca dalle nuvole e gli ospiti si alzano dal tavolo della cena offesi.

Un qui pro quo  all’italiana, come inaugurare una mostra intitolata ” di domenica” in un bel giovedì a Vienna.

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