Lo struscio per “Strada Grande” non mi è così di noia solo quando la vecchia porta dell’ex biblioteca è aperta per ospitare qualche piccola mostra. E’ proprio lì che ho conosciuto il fotografo Toni Gnan. Bonario custode delle sue foto e aperto, senza vanagloria, nel parlartene, esponeva scatti in bianco e nero di Venezia che mi hanno colpito fin da subito per cura e intimità. Sono una visitatrice esigente e quel LA non mi bastava. Aveva ragione il mio intuito. Visitando il suo sito, ho scoperto la ricerca preferita del suo fare fotografia: il paesaggio del Delta del Po. Ho trovato. Ho trovato Bellezza. Con i suoi occhi, il viaggio nei nostri luoghi si fa silenzioso e interiore. Proprio queste due ultime parole, a parer mio, sono la chiave delle sue foto. Sacche, valli, piccoli specchi d’acqua, case rurali, campi coltivati o sporadiche figure umane ritratte per lo più di spalle, quasi a non volerne violare l’intimità, conducono per mano verso un vivere ancora possibile, semplice, dove l’animo umano si espande e si riconcilia con la Natura.
Per deformazione personale, ho scelto una foto in bianco e nero, ma non sono da meno anche gli scatti a colori. La sezione è davvero incantevole. Bianchi e neri intensi, di grande impatto, che arrivano senza chiedere il permesso. A tratti possono sembrare duri, ma che sanno farsi addolcire con orizzonti perduti e cieli caritatevoli, carichi di luce e nuvole.
Ho sempre inteso la semplicità, non come sinonimo di pochezza, ma come la capacità di saper togliere tutto il superfluo. Come ricerca costante, sottile e difficoltosa di essenza. La cerco nella mia vita e non posso non farlo in fotografia.
Una fotografia che oggigiorno mi arriva urlante e pacchiana. Che chiede disperatamente di essere vista, ma che in realtà si riduce a mere e personali santificazioni con ben poco o nulla da donare. A volte io chiudo gli occhi. Qui non è successo questo. Ho lasciato entrare tutto.
“Memorie, è un negativo fatto se mi ricordo bene a fine anni 80. La località è Laguna Vallona a Porto Levante, all’incirca di fronte a valle Bagliona, dove ora c’è un’area di sosta. Ora non esiste più e mi ricordo che per fare la foto ho camminato per un paio di chilometri lungo la riva sabbiosa a quel tempo esistente.”
Biografia
Toni Gnan vive e risiede ad Adria. Negli anni ottanta, all’età di 36 anni, acquista la sua prima reflex. Nel 1983 inizia a partecipare a concorsi fotografici, curando personalmente lo sviluppo e la stampa in bianco e nero, e conseguendo risultati incoraggianti con numerosi riconoscimenti in Italia e all’estero.
Ha tenuto mostre personali in numerosi circoli fotografici ed enti locali; ha collaborato con riviste nazionali ed estere e con associazioni culturali nella edizione di testi didattici.Nell’aprile del 1987 la Federazione Italiana Associazioni Fotografiche gli conferisce l’onorificenza AFI ( Artista Fotografo Italiano ), mentre nel 1990 ottiene il riconoscimento AFIAP ( Artiste FIAP) dalla Federation Internationale de l’Art Photographique. Nel 2001 il circolo fotografico spagnolo Diafragma Foto di Cordoba ha curato l’edizione di 4 CD con le immagini più rappresentative di fotografi del fine millennio, inserendo nella sezione dedicato agli autori internazionali 10 sue fotografie in bianco e nero.
Attualmente si dedica a presentare il Delta con mostre ed audiovisivi realizzati con l’uso della tecnologia digitale.
Si ringrazia Toni Gnan per la gentile concessione della fotografia.
Al link, il sito personale www.deltaimmagini.it

A PERDITA D’OCCHIO
Usando il linguaggio silenzioso della fotografia, passi di luce per immergersi nella nostra terra, ma anche per ricordare i tanti fotografi che l’hanno attraversata e che ancora l’attraversano. Perché il nostro sguardo non sia furtivo, rapace e fagocitatore, ma l’esperienza del guardare sappia diventare sintesi armoniosa fra la vista e la mente e dove la memoria individuale si fonda con la storia. Lo scopo? Ghirri, riferendosi a Walker Evans, uno dei fotografi che più amava, definiva la fotografia come “carezze fatte al mondo”. Ecco lo scopo: dare un significato più fecondo al mondo. Anche al nostro Delta, anche a noi stessi.
Rachele Claudio è appassionata di fotografia.