Ho partecipato per la prima volta alla dodicesima edizione dei “Percorsi della Memoria”, manifestazione podistica non competitiva, ideata dalla “Associazione Vajont, il futuro della Memoria”, per promuovere la memoria del disastro del 9 ottobre 1963.

Si snoda attraverso tratti di strada interrotti o distrutti nel disastro del Vajont, che storicamente fungevano da arterie di collegamento tra la valle del Piave e la Valcellina, ed i sentieri quali antiche vie di comunicazione a piedi per le genti di Casso, Erto, Castellavazzo e Longarone.

La manifestazione si svolge l’ultima domenica di settembre e richiama ogni anno migliaia di persone da tutta Italia: nell’edizione del 2018 il tutto esaurito è stato a 6500 e più camminatori, di tutte le età, comprendenti famiglie con bambini, disabili in biciclette attrezzate, giovani podisti, anziani, moltissime donne, ed intere scolaresche giunte con pullman a longarone il 30 settembre 2018.

I visitatori hanno attraversato luoghi solitamente inaccessibili al pubblico che hanno caratterizzato una delle pagine più drammatiche della nostra storia, provando intense emozioni nel camminare sopra la diga, pensando a quanto accade se l’interesse senza scrupoli viene perseguito ad ogni costo, anche a discapito della sicurezza e della salute dei cittadini, oltre alla salvaguardia ambientale e dei territori.

La mia camminata di 17 km (i percorsi erano tre di 10, 17 e 25 km), con i bastoncini di nordic walking molto utili nei tratti scoscesi, è stata un suggestivo passo indietro nel tempo per percorrere tracciati ricchi di storia come la vecchia strada del Colomber, le gallerie, il ponte tubo, la cava dei Pascoli, l’intero coronamento della diga, l’attraversamento della frana del Toc, transitando per la vecchia Erto, poi per il Trui dal sciarbon, salendo a Casso, per scendere a Codissago per il Troi de Sant’Antoni e raggiungere infine Longarone per la zona Malcom.

A tutto questo si legano i valori positivi dello sport, come mezzo per sperimentare uno stile di vita sano a contatto con la natura in antitesi con quelli che hanno creato il disastro con 1910 vittime in una notte; inoltre l’evento è anche uno strumento per esprimere la solidarietà delle genti del Vajont a sostegno di enti ed associazioni benefiche del territorio, mediante la quota di partecipazione del costo di 15 euro per adulti, 10 euro per ragazzi da 11 a 18 anni e disabili, 5 euro per bambini fino a 10 anni, che comprende assistenza e ristori lungo il percorso, una maglietta blu, un buono di ingresso ai musei del territorio, il pasta party, premi e gadget per i bimbi.

Ecco quindi come i “Percorsi della Memoria” offrano l’occasione per riflettere sul valore di una partecipazione attiva ed attenta alle dinamiche sociali, politiche, comunitarie poiché la memoria non deve essere uno sterile esercizio, un ricordo vano, ma trovare una applicazione consapevole nella quotidianità di ciascuno per comprendere meglio il presente.

Un grazie ai numerosi volontari che come angeli custodi erano presenti a distanza ravvicinata lungo il percorso per aiutare chi era in difficoltà, compresi sprovveduti che camminavano con scarpe con la suola liscia o non adatte al percorso in montagna, nonostante fosse ben specificato nelle istruzioni della camminata, e complimenti agli organizzatori per il successo della manifestazione, iniziata con un cielo grigio e poi conclusa con un cielo azzurro sotto un caldo sole.

Io tornerò nel 2019 perché è stata una esperienza ricca fuori e dentro, carica di valenza etica; unica osservazione che mi sento di fare è quella di non fare pagare le persone con disabilità, che sono già penalizzate nella loro vita e l’integrazione con altri sportivi è davvero importante per loro.
Tutte le informazioni sul sito “Percorsi della Memoria”, in cui è presente il decalogo del camminatore, con le informazioni per l’iscrizione.

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