Le ceramiche firmate Marucco sono un vero prodotto made in Italy che deriva da passione e tenacia della famiglia Marucco, che nel 1966 decide di aprire un laboratorio di ceramiche nella propria città d’origine, Rovigo.
Dopo trent’anni di duro lavoro, i fondatori dell’azienda, il signor Gian Michele Marucco e la moglie Giovanna Marchesini passano il testimone alla figlia Francesca, che fin da piccola ha potuto conoscere e praticare in prima persona la lavorazione della ceramica. Francesca conosce il maestro estense Antonio Montin, che tutt’oggi le è fedele e lavora quotidianamente al suo fianco.
Nell’agosto 2019 il laboratorio viene trasferito in un nuovo locale, accogliente e suggestivo, in cui si viene accolti dall’odore piacevole dell’argilla, la musica che passa alla radio, la vista di centinaia di ceramiche bianche.
Francesca ed Antonio trascorrono molte ore nel proprio laboratorio, rigorosi nel seguire le scadenze per le numerose consegne in Italia e all’estero. I pezzi firmati Marucco sono richiesti soprattutto nel Sud Italia, dove ogni anno a Caserta organizzano un meeting con i propri clienti per presentare la loro nuova collezione.
Il laboratorio produce sia oggetti realizzati su commissione, il cui disegno è stato ideato o abbozzato già dal futuro compratore, oppure progettati esclusivamente da Francesca, la quale è sempre molto attenta al trend flessibile e variabile e cerca di seguirlo proponendo modelli originali, esteticamente appetibili, funzionali e di alta qualità.

La creazione di un pezzo richiede diverse fasi, lunghe ed impegnative, il cui fulcro è l’azione dell’uomo, che si identifica nel doppio ruolo di pensatore ed artigiano. La realizzazione concreta dell’oggetto prevede un primo momento di riflessione, ricerca e studio, in cui per tentativi e suggestioni Francesca ottiene un’idea progettuale.
Con l’aiuto di Antonio si procede con la realizzazione dello stampo in gesso, che viene utilizzato come matrice per la successiva produzione in serie. Lo stampo viene posizionato sopra a una struttura verticale di tubi riscaldati e con uno spruzzatore si cola al suo interno la terra liquida secondo la tecnica del colaggio. Dopo circa un’ora, quando l’argilla introdotta nello stampo ha creato lo spessore desiderato, il blocco di gesso viene svuotato dalla sostanza rimasta liquida, ricavando l’oggetto che richiede circa otto ore di asciugatura. Dopo questa fase di riposo si posiziona l’elemento in un carrello mobile da collocare all’interno del forno. La prima cottura dura circa 24 ore, con una temperatura che supera i mille gradi. La seconda nonché finale si effettua dopo aver smaltato e decorato il singolo pezzo.
Il processo per la realizzazione di una singola ceramica necessita della presenza costante dell’operatore, che agisce direttamente con le proprie mani per plasmare la forma dell’oggetto precedentemente disegnato, controlla lo stato di avanzamento di essicazione e cottura e smalta e decora, vigile a riprodurre il motivo scelto con precisione. Il laboratorio Ceramiche Marucco risponde alle esigenze del pubblico producendo un medesimo pezzo svariate volte perciò l’artigiano effettua questa serie di azioni ripetutamente, mantenendo una qualità di esecuzione regolare. La riproducibilità non altera la qualità del marchio Marucco, ma anzi permette alla stessa azienda di presentare il proprio stile in più luoghi.

La manualità è la componente fondamentale per l’ottima riuscita di una ceramica e il laboratorio Marucco da oltre cinquant’anni può essere identificato come un vero portavoce della tradizione artigiana italiana. La loro presenza sul territorio rodigino è l’ennesimo segnale della ricchezza artistica e culturale della nostra provincia. Il legame con le proprie origini si ritrova spesso nella scelta dei modelli ideati da Francesca; impegnata in questo periodo nella progettazione di un’opera dedicata ai millecento anni del castello medievale di Rovigo. Le due Torri rimangono oggi l’unico segno tangibile di questa presenza passata e Francesca ha ripreso questa traccia simbolica per iniziare la sua nuova ricerca.

Giorgia Bergantin (Rovigo, 1994) vive a Loreo e attualmente frequenta un corso per giovani curatori alla School of Curatorial Studies Venice presso la galleria A Plus A di Venezia e un laboratorio di curatela artistica organizzato da MAF Museo Acqua Franca di Milano. Dopo aver terminato il corso triennale di Storia e Tutela dei Beni Artistici e Musicali all’Università di Padova, ottiene la laurea magistrale in Arti Visive all’Università di Bologna nel 2018. Ha collaborato con alcune gallerie come mediatrice culturale e svolto un tirocinio alla galleria P420 di Bologna e uno stage post-laurea alla MLB home gallery di Ferrara. Ha curato la mostra personale CAPRICCIO di Jessica Ferro (Villa Barchessa Valmarana, Mira, VE, 2 – 16 maggio 2019), la mostra collettiva ASSENZA PRESENZA (Palazzo Malmignati, Lendinara, RO, 22 – 23 giugno 2019), la mostra FRATTAGLIA (Reggio Emilia, RE, 14 – 28 dicembre 2019). Ha scritto per la rivista Osservatorio Outsider Art di Palermo e da settembre 2019 è contributor della rivista Formeuniche.org. È responsabile del gruppo FAI Giovani Rovigo dal 2018.