Sabato 11 e domenica 12 febbraio, nell’ambito della stagione di teatro contemporaneo che si svolge al Teatro Studio di Viale Oroboni, il Teatro Nucleo è stato ospite del Teatro del Lemming con due eventi. Sabato 11 alle 21 è andato in scena lo spettacolo “Tenebra – exterminate all the brutes” liberamente tratto da “Cuore di tenebra” di J. Conrad, diretto da Natasha Czertok e Davide Della Chiara, seconda generazione di registi, attori e formatori dello storico gruppo fondato nel 1974 a Buenos Aires.

Domenica 12 alle 18 Horacio Czertok ha presentato “Contra gigantes” conferenza spettacolo sulla storia del Teatro Nucleo nata per la presentazione dell’edizione inglese di “Teatro in esilio” libro di cui è autore. “Teatro in esilio” è uscito in Italia per Bulzoni successivamente per Editoria&Spettacolo, in Germania Brandes&Apsel Frankfurt col titolo “Teatro Nucleo – Theater-Expeditionen zur Utopie”, è stato recentemente tradotto in lingua inglese ed edito da Routledge (London-New York) col titolo “Theatre of Exile”. Il libro racconta l’esperienza di ricerca e di produzione del Teatro Nucleo attraverso gli anni e fornisce gli elementi del metodo elaborato e praticato dallo storico gruppo.

Un incontro importante nello spazio gestito dal Teatro del Lemming, tra due realtà che risiedono ai confini, come ha fatto notare Horacio Czertok durante la sua conferenza spettacolo, ai margini di due regioni e a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra che, dalla loro posizione, combattono le loro battaglie per il teatro. L’auspicio è per l’inizio di una collaborazione che nel tempo si rafforzi, l’impressione di un buon inizio è sicuramente emersa nel corso dei due eventi.

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Sabato sera sul palcoscenico del Teatro Studio Natasha Czertok (Mr. Kurtz) ha dato vita a un personaggio pregno di un occidente alla deriva. Le ossessioni, i condizionamenti, la paura dell’Altro vivono nei piccoli asettici gesti ripetitivi dentro l’appartamento-tana in cui tutto è grigio. L’impressione è di vedere uno storyboard in bianco e nero dove piccoli scatti nervosi inquinano la perfezione di una routine ammalata di superbia e individualismo.

In tutto questo c’è un segreto, nascosto tra i cuscini del divano in cui si descrive tutta la pericolosità dell’Altro, in cui si annidano tutte le paure di questo “io” rintanato tra videogiochi e cibo spazzatura. In questo ambiente quasi anestetizzato, i suoni di Lorenzo Magnani – dal vivo alle spalle della scena, un individuo mascherato, voce fuori campo e suono della coscienza – sembrano battere in testa a Mr. Kurzt come le sue ossessioni.

Con il suono di un campanello irrompe Marlow (Davide Della Chiara), che si muove come sperduto in quel piccolo spazio e sparge un’energia contrapposta, scombussola la routine, crea disordine, occupa spazi fino a quel momento interdetti. Tocca, invade, sporca questa tana. Insiste a imporre/proporre la sua presenza cerca il contatto riceve scontro. Un lavoro intenso che provoca lo spettatore a identificarsi con Mr. Kurtz, il diabolico trafficante d’avorio del romanzo di Conrad che i registi immaginano sopravvissuto e giunto ai nostri giorni. Lo spettatore è chiamato a riconoscersi in questo simbolo di un occidente aggressivo e predatore, un occidente conquistatore.

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Applauditi a lungo dal pubblico in sala, gli attori hanno ringraziato il gruppo rodigino per l’accoglienza.

Domenica 12 febbraio, Horacio Czertok ha rievocato il suo Don Chisciotte, un personaggio che ha portato nelle piazze del mondo per trent’anni, come ha ricordato lui stesso e che ha proposto come metafora del Teatro Nucleo e, più in generale, del Teatro. La conferenza spettacolo “Contra Gigantes” ha offerto agli intervenuti una panoramica sulle grandi battaglie combattute dal Teatro Nucleo, contro l’actors studio, cui hanno contrapposto il metodo, contro l’istituzione manicomiale che hanno contribuito a cambiare, contro il sistema teatrale che monca il teatro e lo lascia senz’anima al servizio del potere politico, contro il sapere accademico che ingessa la ricerca, vuole stigmatizzarla, ordinarla.

Infine la battaglia ancora in corso contro, o meglio dentro, il carcere nel quale Czertok ormai da 12 anni lavora con detenuti attori. L’occasione ha permesso di vedere il prezioso documentario realizzato da Marinella Rescigno durante gli ultimi due anni di lavoro di Czertok nella casa circondariale di Ferrara, durante i quali è stato realizzato lo spettacolo “Me che libero nacqui al carcer danno”, tratto dalla Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.

foto “Il mio vicino” di Daniele Mantovani / “Tenebra” di Erika Palmieri

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