Record di presenze per l’apertura di “Tra Ville e Giardini 2019” a Villa Morosini a Polesella, per lo spettacolo di Elio, con oltre 700 spettatori e tutto il gotha istituzionale, compresi il neo sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo ed il prefetto Maddalena De Luca. 

L’opera alla portata di tutti

Lo spettacolo meritava perché Elio ha proposto musica classica, bel canto, fiaba, sberleffo e divertimento mescolati in un mix esplosivo, mai banale, mai noioso e colto. La dimostrazione che l’opera lirica è davvero “più moderna della trap”, come ha detto Elio dal palco, con un linguaggio talmente universale che a saperla veicolare in forma di racconto, come ha fatto Elio, è subito compresa da tutti, indipendentemente dalla preparazione musicale.

Una volta l’opera era terreno di persone semplici, anche per il suo significato politico, specialmente per i seguaci di Verdi e Puccini, o di persone più esigenti amanti dell’opera tedesca o russa; ora piace anche ai giovani e sono molti i giovani che la studiano nei conservatori.

Il Flauto Magico

Nella  prima parte della serata Elio ha raccontato in forma fiabesca, con voce solenne anche nelle battute che escono quasi spontanee, la trama de “Il flauto magico”, opera buffa di Wolfgang Amadeus Mozart, tracciando immagini nitide dei cattivi e dei buoni, “che non hanno capito niente” come la principessa Pamina; del principe Tamino e delle sue prove di coraggio, del buffo Papagheno coperto di piume e dei cattivi che sembrano buoni (e un po’ tonti) come le tre dame velate, di cui la terza “ripeteva sempre le cose due volte”.

Uno straordinario Elio in doppia veste di narratore e di voce dei differenti personaggi, interpreta vocalmente, con un intenso studio musicale, vista la notevole differenza tra una partitura operistica ed una canzone di Elio e le Storie Tese, sfoderando il registro baritonale, la celebre aria ed i duetti dell’acchiappa-uccellini Papagheno. I personaggi prendono vita musicale grazie al trio di maestri Gabriele Bellu al violino, Andrea Dindo al pianoforte, Luigi Puxeddu al violoncello, due dei quali docenti al Conservatorio di Adria e di Rovigo.

I personaggi femminili sono affidati alla voce ed alla presenza scenica del soprano Scilla Cristiano, meno convincente nell’aria seria della Regina della notte, la partitura più difficile di tutta  l’opera mozartiana; bisogna arrivare a Wagner per trovare altre estensioni canore così impegnative; la cantante era più versatile nella parte di Pamina ed ha divertito tutti in quelli della bambola meccanica, nel finale del secondo tempo, con la chanson brillante “Les oiseaux dans la charmille” (Gli uccellini nel boschetto), tratta da “I racconti di Hoffmann” di Jacques Offenbach.

Opere buffe

La seconda parte dello spettacolo è stata, un recital lirico, in cui si sono alternanati brani e arie di altre celebri opere buffe, dal “Don Giovanni” di Mozart a “Il barbiere di Siviglia” di Giachino Rossini, eseguite con disinvoltura dallo stesso Elio, col soprano Cristiano in vece di aiutante per spostare il microfono, “che non si sa se è più brava come cantante o come valletta”.

In questo contesto si sono esibiti i giovani violoncellisti di Rovigo Cello City: Luca Giovannini, Alessia Bruno, Caterina Colelli, Edoardo Francescon, Anastasia Rollo; insieme al maestro Luigi Puxeddu saranno protagonisti del Festival Rovigo Cello City che si terrà in città il prossimo settembre, di cui questa esibizione specialissima è stata un’anteprima. “Sono il futuro della musica, ha detto Elio in pieno palco, sono gli avversari della Trap! Viva il violoncello!”.

Un plauso ad Elio in questa nuova veste di cantante lirico con parrucca nera ed a vedere questo spettacolo, si direbbe che Elio non abbia mai fatto altro: l’opera buffa è il suo habitat ed il gran successo di applausi concessi dal folto pubblico l’ha dimostrato.

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