Fotografie ricercate e attente. Inquadrature equilibrate e sempre eleganti. Contrasti talvolta tendenti allo sgranato per dare maggiore forza all’immagine. Crudezza essenziale in bianco e nero. Basterebbe già tutto questo, ma manca qualcosa. Manca l’ ultimo elemento per descrivere il linguaggio visivo di Edoardo Terren: l’amore. L’amore che fa vibrare il mio essere quando lo recepisco in uno scatto. E qui ce n’è tanto. “La mia Gente – Il Polesine” è questo. E’ un canto d’amore per il Polesine e il suo Delta. E’ un libro che mi ha stupito e profondamente commosso. E’ un viaggio intimo tra terra ed acqua, tra spazi dilatati e mura domestiche, tra animali ed oggetti umili, tra volti, tanti volti. Persone semplici, anonime, comuni che non hanno fatto la storia, ma che piene di dignità resistono e continuano ancora a parlarci. Immagini che sono Memoria con la M maiuscola, capaci di donarci lo stupore del ricordo. Sembra quasi la chiami, la sua, la mia gente. Proprio lui che polesano non è. Percorrendo da sempre la riva sinistra che da Occhiobello arriva alla foce, Terren la chiama per nome, piano, con delicatezza, riuscendo ad entrare nella loro intimità a poco a poco e conquistandone la fiducia regalando qualche foto. Così riferisce in un’intervista video il fotografo.
Sentiamo anche noi qualcosa sfogliando questo libro. Questo è il mio invito. Vi troverete gente tra la gente in un abbraccio corale, vi sentirete radice che affonda nel nostro bellissimo e fragile territorio.
Il libro esce nel 2010 – la sua genesi risale già agli anni ‘90 con un primo portfolio di 12 stampe litografate – ed è composto da 90 pagine, 148 foto b/n di cui 66 per la sezione La mia Gente e 82 foto per quella dedicata a Il Polesine. E’ attualmente inserito in 120 biblioteche della provincia di Venezia, Rovigo e Ferrara.
Mostre personali si sono tenute in molte città d’Italia: Catania, Taormina, Reggio Calabria,Roma, Firenze, Pesaro, Bologna, Ravenna, Mestre,Trieste.
Ecco, appunto. Vien da sé… e nel Polesine? Una nota di tristezza mi pervade.
Spero che le mie ricerche siano errate, spero che qualcuno di voi mi correggerà dicendomi che, anche solo una piccola amministrazione locale o un’associazione culturale, abbia ospitato questo fotografo così pieno di sentimento verso la nostra terra. Perché non ricambiare tanto amore, perché non tener viva tanta memoria?
I romani erano convinti che la sede della memoria fosse il cuore, involontario organo di vita e del calore. Di qui la parola “ricordare” – “re-cordor, re-cor” – ri- portate, ri- condurre nel cor. Io ho scelto di non allontanare, di non s_COR_dare.
Biografia
Edoardo Terren nasce nel 1945, a Mira, provincia di Venezia. Imprenditore di mestiere, da oltre trent’anni si dedica alla fotografia amatoriale. Il tema preferito è la documentazione sociale della gente del Polesine. Dal 1978 partecipa a concorsi fotografici nazionali ed esteri, ottenendo subito riscontri favorevoli. Nel 1990 la FIAF, Federazione Italiana Associazioni Fotografiche, gli conferisce l’Onorificenza di Artista Fotografo Italiano.
Limmagine è tratta da:
LA MIA GENTE – IL POLESINE, AUTORE: Edoardo Terren
TESTI: Edoardo Terren, Augusto Baracchini Caputi, Angelo Tabaro, Mario Poppi, Toni Bisaglia
EDITORE: Pacinotti srl – Venezia/Mestre

A PERDITA D’OCCHIO
Usando il linguaggio silenzioso della fotografia, passi di luce per immergersi nella nostra terra, ma anche per ricordare i tanti fotografi che l’hanno attraversata e che ancora l’attraversano. Perché il nostro sguardo non sia furtivo, rapace e fagocitatore, ma l’esperienza del guardare sappia diventare sintesi armoniosa fra la vista e la mente e dove la memoria individuale si fonda con la storia. Lo scopo? Ghirri, riferendosi a Walker Evans, uno dei fotografi che più amava, definiva la fotografia come “carezze fatte al mondo”. Ecco lo scopo: dare un significato più fecondo al mondo. Anche al nostro Delta, anche a noi stessi.
Rachele Claudio è appassionata di fotografia.