Se ti piace la musica, sei culturalmente curioso ed aperto a varie opzioni strumentali, non puoi non assistere ad un concerto della “Playtoy Orchestra”, un’occasione di divertimento per grandi e piccini.
Il tutto è nato nel 2001 a Vitulano, un piccolo paese in provincia di Benevento, quando la Proloco chiese a Fabrizio Cusani di organizzare un concerto nella piazza ed il musicista usò gli strumenti giocattoli dei suoi dodici nipoti.
Fabrizio andò nelle Marche alla Bontempi e ritornò con la macchina piena di mini strumenti musicali forniti dall’azienda, che diventò il loro sponsor.
Nacque così l’idea di questa orchestra i cui componenti sono musicisti diplomati ed insegnanti di musica che usano unicamente giocattoli e suonano insieme dal 2002.

L’organico è composto da: Fabrizo Cusani, direzione e giocattoli, Giulio Vetrone, organo e giocattoli, Jacopo Cerulo, organo Bontempi, Gianpasquale Cusano, percussioni toy, Roberto Policino, fisarmonica toy, Giuseppe Caruso, batteria toy, e Gioele Cerulo, chitarra-basso toy.
Il loro primo disco risale all’anno 2003 e viene presentato in diretta su Rai 2; la Playtoy Orchestra si fa conoscere con il più antico ed efficace metodo di diffusione, cioè con il passaparola, con tournée in Italia, Corea del Sud, Colombia, Tunisia, Germania, Albania ed altri paesi, arrivando al prestigioso Teatro Regio di Torino.
Il loro repertorio spazia dalla “Polka di Anna” di Johann Strauss figlio, al tema orchestrale di “Masha e Orso” di Vasilij Borgatjrev, l’ouverture della “Carmen” di Bizet e del “Guglielmo Tell” di Rossini, il “Mambo” numero 5 musicato da Perez Prado, il “Can-Can” di Jacques Hoffenbach, “Libertango” di Astor Piazzolla, il walzer numero due di Sostakovic, la “Danza della Fata Confetto” dal balletto “Lo schiaccianoci”, la canzone natalizia “Astro del ciel”, la “Marcia di Radetky”, la serenata K 525 di Mozart, “l’Inno alla gioia” dalla nona sinfonia di Beethoven, il brioso “In a persian market”, il brano cinese “Fiori di gelsomino”.

I musicisti indossano una giacca bluette con pantaloni scuri, mentre il direttore ha il frac. Questo non gli impedisce di ballare, saltare, passare dal palcoscenico alla platea tra bambini e genitori, suonando galline ed orsetti di gomma, fischietti, indossare una parrucca settecentesca, suonare un ippopotamo verde e mille altre stramberie, ma l’effetto finale è straordinario.
I bambini ridono, cantano, suonano i loro strumenti giocattolo, condizione indispensabile per partecipare all’evento, battono le mani ed anche i genitori o i nonni sono travolti dal vortice gioioso di una musica diversa, ma estremamente piacevole.
E’ possibile suonare strumenti giocattolo per creare vera musica? La filosofia della band è proprio questa, per rompere le barriere tra musica seria e gioco, tra generi musicali raffinati e pop, stimolando i bambini ad un ascolto attivo, avvicinandosi ad un repertorio diversificato, più complesso.

Ho ascoltato la Playtoy Orchestra in un loro concerto nell’auditorium dell’Orto Botanico a Padova; è stato piacevole unire la visita al giardino ed alle nuove serre con uno spettacolo assai divertente. Mio nipote di sei anni, che aveva un autentico tamburo marocchino con pelle di capra, si è divertito moltissimo, suonando con impeto, senza stancarsi, anzi avrebbe voluto che la musica continuasse ancora.
A volte da una idea innovativa nascono proposte estremamente interessanti e stimolanti, creando una intensa relazione tra musica e gioco, con musicisti che davvero suonano strumenti giocattolo, con grande passione ma anche divertimento.

PHOTOSCRIVENDO. Cristina Sartorello è terapista per disabili gravi con plurihandicap ed autismo. E’ attiva nel volontariato. Collabora con associazioni in ambito sociale per progetti e consulenza ed in ambito culturale per promozione di eventi quali mostre d’arte ed iniziative.