Il nuovo numero di REM avrà due editoriali. Una scelta inedita, ma dettata dall’urgenza di ricordare uno tra i nostri più preziosi collaboratori, Sergio Garbato, che ci ha lasciati proprio nei giorni in cui il numero stava per andare in stampa.

All’inizio l’editoriale era uno solo. “I due cugini”, che trovate in apertura del numero in uscita questo dicembre, ricordava due persone, profondamente legate: Gian Antonio Cibotto, recentemente scomparso, e Gianfranco Scarpari, che invece ci ha lasciati dieci anni fa.

Fin dalla copertina, questo numero è nato come omaggio a Cibotto. Ed è stato proprio Sergio Garbato a regalarci i suoi “Appunti per un ritratto di Gian Antonio Cibotto”, un inedito ritratto dello scrittore polesano. Troverete anche – per opera del direttore Sandro Marchioro – un ricordo di Gianfranco Scarpari, lo scrittore adriese, che di Cibotto era cugino.

Parliamo di chi non c’è più, come spiega il nostro Sandro Marchioro, “nel tentativo di fare qualcosa di concreto perché il loro lavoro non venga perso e disperso”. E’ successo a Scarpari. Succederà anche a Cibotto, una volta finito il periodo del cordoglio e degli omaggi? Ma c’è non solo questo: “il problema, più sottile e profondo, è un altro: il loro lavoro è consistito nel mettere insieme parole, belle e dense, di raccontare storie, di far pensare usando la lingua come forma d’arte. Quanto interessa oggi tutto questo?”

Insomma, volevamo parlare soprattutto delle opere di Cibotto e Scarpari, dei loro pregi, come dei loro difetti e dei limiti. Non realizzare dei santini e “rifugiarci nell’osanna”. Anche per rispondere ad una domanda urgentissima: “ha ancora un senso la letteratura nell’era di Google e di Facebook?” In questo numero di REM vogliamo lanciare una risposta, ma anche una sfida.

E poi, proprio mentre la rivista era pronta ad andare in tipografia, è arrivata la notizia della morte di Sergio. Conoscevamo le sue condizioni di salute, pur continuando a stupirci quotidianamente della sua vitalità: nonostante la malattia, Garbato continuava a rendersi disponibile in un numero incalcolabile di iniziative. Diverse erano già programmate.

Ci è toccato “fermare le rotative”, come si diceva una volta, per ricordare Garbato, la sua conoscenza ampia ed eclettica, ma soprattutto la generosità e l’entusiasmo con cui aveva collaborato fin dall’inizio all’avventura di REM.  Come scrive nuovamente il direttore di REM, “di lui ci piaceva tanto quel suo dedicarsi alla cultura per trasmetterla, come se ricavarne un piacere e una crescita solo personale non fosse abbastanza bello e gustoso”.

Anche in questo caso, abbiamo scritto di Sergio, sentendo la responsabilità di trasmettere la sua conoscenza, la sua passione e un suo prezioso insegnamento: la cultura ha a che fare sempre con la gentilezza. 

 

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