
Tra gli uccelli, la cornacchia non è quello che istintivamente uno assocerebbe alla gioia, alla creatività e all’intelligenza. Sarà che nelle favole corvi e cornacchie sono solitamente bestie profittatrici, ma poco sveglie.
Sarà che la cornacchia dà il meglio di sé nelle giornate grigie e spente, con le quali è evidentemente in pendant, e in cui il suo rauco gracchiare sembra parte dell’atmosfera. Oppure nelle giornate di temporale, quando pochi uccelli osano sfidare le violente folate di vento, mentre le cornacchie vi si lasciano trasportare con le loro ali robuste.
Sarà il loro aspetto minaccioso, il fatto che mangino di tutto – compresi i pulcini di altri uccelli – e la loro presenza sempre più diffusa nelle nostre città, dove trovano cibo in abbondanza tra i nostri rifiuti e molti posti comodi in cui nidificare.
Eppure la cornacchia non è ciò che sembra. Se proviamo a guardare la cornacchia senza pregiudizi, il suo continuo gracchiare, certamente non gradevole, ci dice che è una chiacchierona. E infatti le cornacchie sono animali gregari, socievoli. Vivono in gruppi, a volte anche molto allargati, che magari lasciano la mattina per andare in cerca di cibo, facendovi ritorno al pomeriggio, quando trascorrono le ore insieme, giocando e socializzando.
All’interno di questi gruppi nascono vere e proprie storie d’amore, a giudicare dal fatto che questi uccelli sono monogami, ossia formano coppie che stanno insieme per molto tempo, spesso per tutta la vita, che per la verità è in genere molto breve (solitamente quattro anni). Insieme, mamma e papà cornacchia costruiscono il nido, in cui le femmine coveranno le uova e svezzeranno i cuccioli, mentre i maschi vigileranno contro i pericoli e andranno a caccia di cibo. Ma quando i figli sono grandi, sia la mamma che il papà si prendono cura di loro. In questo sono perfino molto meglio di molte famiglie umane, no?
Infine, tra gli animali è uno dei più intelligenti. Una miriade di studi ha dimostrato che sanno riconoscere i volti delle persone, sanno usare strategie per procurarsi il cibo – compreso l’utilizzo di oggetti e la costruzione di rudimentali utensili – e che sono capaci di associare oggetti per analogia, dimostrando capacità intellettive pari a quelle dei primati. Magari questa cosa può sorprendere, ma a pensarci bene non è affatto strana. La nostra cornacchia, magari, ha semplicemente fatto una scelta: ha preferito l’intelligenza ad una bella voce o ad un piumaggio colorato.

Sweet Home Rovigo
Francesco Casoni, classe 1980, rodigino prima per accidente del destino e poi per ostinazione. Giornalista pubblicista, disegnatore, conduttore radiofonico, musicista (di scarso talento), scrittore, progettista, formatore, informatico autodidatta, cuoco, papà e dilettante in molti altri campi.
E’ autore dei romanzi “Le mille verità” (2017) e “I giorni delle cicale” (2021).
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