L’ora di cena è il momento migliore per godersi le rondini, sarà perché la gente è a tavola, la maggior parte del traffico s’è placata e il sole che cala verso l’orizzonte rende l’aria meno torrida. 
Ogni estate c’è un grande stormo di rondini che fa la spola tra il Duomo e la torre Donà, dando una caccia spietata agli insetti, lanciando i loro fischi acuti, rincorrendosi a velocità vorticose, come bambini che giocano ad acchiapparsi. Altri nugoli di rondini e rondoni si vedono senza difficoltà in centro storico, nell’area dell’ex ghetto, ma anche nei quartieri circostanti. Le scorse estati, ad esempio, un grande stormo gironzolava sui cieli della Commenda.
Terminata l’estate, le rondini si danno appuntamento in bell’ordine sui fili della luce, spiccano il volo e se ne vanno. E questo è il bello: dove vanno? Sapevo come tutti che sono uccelli migratori, ma ero convinto che svernassero in Marocco o in qualche altro paese del Nord Africa. Di recente, invece, ho scoperto l’incredibile viaggio che le rondini compiono per arrivare in Europa. Quelle diffuse nel Regno Unito, ad esempio, trascorrono il nostro inverno nella parte sudorientale dell’Africa, nell’area tra il Mozambico, lo Zambia e il Congo. Da lì ripartono alla volta della Liberia, sorvolano il Mali e l’Algeria e oltrepassano il Mediterraneo in barba ai reticoli di filo spinato, alle motovedette e alle guardie di frontiera. E via attraverso Spagna, Francia, canale della Manica, fino alla loro meta finale.
Quelle che vediamo in Italia arrivano in genere dalla Repubblica Centrafricana, dove trascorrono i mesi più freddi, ma molte popolazioni di questi uccelli arrivano in Europa addirittura dal Sudafrica. In genere, le rondini preferiscono evitare il deserto del Sahara, aggirandolo attraverso Marocco, Liberia e Nigeria, oppure discendendo la valle del Nilo. Parliamo di viaggi di dieci o undicimila chilometri, con ritmi di circa trecento chilometri al giorno, attraverso pianure, foreste, deserti, fiumi, mari, dalle savane popolate di elefanti ai tetti di legno del Nord Europa.
Un fenomeno, le migrazioni degli uccelli, che a noi sembra eterno, ma esiste da “appena” 15.000 anni, è legato alla fine della scorsa era glaciale e probabilmente cambierà radicalmente a causa del surriscaldamento del pianeta, ormai irreversibile.
A me questo viaggio incredibile, attraverso le frontiere di decine di paesi, in un carosello di paesaggi, ambienti naturali, una miriade di architetture, popolazioni, civiltà, è sembrato un’esperienza vertiginosa, emozionante, da batticuore. E in qualche modo alle rondini gliela invidio questa possibilità di attraversare il mondo e mille paesi, senza limiti, senza frontiere, senza complessi progetti a lungo termine.
Ma a ben pensarci, la cosa più affascinante, in fondo, è che alle rondini di tutto questo, che a me sembra così importante, non frega proprio un bel niente.

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