Quando partono i saldi più o meno tutti cerchiamo di approfittarne. È un lavoro certosino che deve appassionare, perché spesso il periodo degli sconti di fine stagione è anche l’occasione per tirare fuori i fondi di magazzino e annidarli lì, tra gli oggetti che fino a pochi giorni prima stavano in vetrina e sui quali avevamo fatto un pensiero. I saldi sono un business che fa tutti contenti, un momento di svago, una gita fuori porta come se andassimo sui colli, al lago, incolonnati verso la spiaggia o, proprio ad essere spericolati, in fila per una mostra o un museo. E invece andiamo al centro commerciale dove stazioniamo felici, immersi nel brivido, non della brezza di mare, ma dell’aria condizionata che ci solleva dalle ansie.
Voglio fare lo stesso ragionamento per il cinema. Perché, ricordiamolo, il cinema è un’industria, un business tale e quale al commercio di vestiti e scarpe. Non servono romanticismi, il padre dei Lumière aveva una ditta fotografica dove poi i due fratelli, uno chimico e l’altro fisico, si applicarono per brevettare pellicola e macchina da presa/proiettore per il cinematografo. Se andate a Lione ne vedete i resti lì, accanto alla casa di famiglia che ora è un museo bellissimo. La sortie de l’usine Lumière è considerato il primo cortometraggio dei fratelli, figura nel programma della prima proiezione pubblica – era il 28 dicembre 1895 a Parigi – e mostra gli operai e le operaie che escono dalla fabbrica. E quando il cinema diventa uno spettacolo, è a pagamento. Se poi ragioniamo su questi centovent’anni o poco più, il cinema come arte è tante cose belle, originali, discutibili, rutilanti, sofisticate, d’autore, commerciali, comunque meravigliose, ma sempre un business.
E dunque veniamo ai saldi dell’estate. La stagione cinematografica va, più o meno, da settembre a giugno e anche così fatica un bel po’. I film che escono a fine estate patiscono la distrazione estiva, quelli di primavera penano perché siamo esausti, d’inverno tutto dovrebbe filare liscio e invece il cinema soffre. Sì producono brutti film, pochi, troppi, la filiera dal produttore all’esercente è un sentiero tortuoso e spinoso che trasforma il film in uno strumento povero e arriva a noi, il pubblico, stravolto dal percorso accidentato, è cambiata la visione e i più preferiscono il self service da casa o lo smartphone? Sono tutte domande. Una cosa è certa, d’estate l’industria cinematografica deve offrire i saldi. Se non lo fa le sale possono anche chiudere per ferie. Molte lo fanno.
In queste settimane in tutte le città i cinema aperti propongono rassegne dei già visti, rivisti, svisti a prezzi ridotti. Lo fanno per due ragioni. La prima è che, come dicono gli addetti ai lavori, d’estate manca il prodotto: chi è il pazzo che si mette a distribuire a luglio un buon film, tanto la gente al cinema non ci va. La seconda ragione è che le rassegne estive con i migliori film della stagione a prezzo agevolato, guardano al pubblico che ha disertato le sale d’inverno. Tutti brutti ragionamenti che prestano il fianco ad altre riflessioni su cosa il cinema offre e cosa tutti noi vogliamo dal cinema.
Diamo la precedenza a mare, collina, lago, mostre, musei, città d’arte ma, se avanza un po’ di tempo, ecco qualche spunto appetitoso.
Oltre ad alcuni film per i quali già ho speso parole e mi limito a citare, Chiamami col tuo nome, Ella & John – The Leisure Seeker, Tre manifesti a Ebbing, Missouri, Lady Bird, Il prigioniero coreano, The Post, Visages Villages, La forma dell’acqua, ne segnalo altri che, con varie sfumature, meritano lo sguardo di una sera di mezza estate.
L’ora più buia di Joe Wright con il premio Oscar Gary Oldman, racconta le ore decisive dopo la nomina a primo ministro di Winston Churchill, quando nel 1940 deve decidere se patteggiare con la Germania nazista. Il film ha diverse incertezze ma Oldman è davvero bravo.
Charley Thompson con Charlie Plummer, attore giovanissimo e straordinario in un film ruvido e delicato, per il quale ha vinto il premio Marcello Mastroianni all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Charley, solo dopo la morte del padre, si mette in viaggio con un cavallo, Lean on Pete. Un’iniziazione dura nella quale Charley si perderà, sarà ancora più solo e si ritroverà. Bellissimo.
I segreti di Wind River con Jeremy Renner, Elizabeth Olsen e Graham Greene attore nativo americano che forse qualcuno ricorda in tanti film classici americani, un’icona. Questo è un film che stupisce, è un thriller sofisticato e girato benissimo. A Taylor Sheridan è andato il premio per la migliore regia nella sezione Un Certain Regard a Cannes.
La casa sul mare di Robert Guédiguian, regista francese che riesce sempre a raccontare con stile e poesia le distorsioni che animano le relazioni umane. Il film era alla Mostra del Cinema di Venezia l’anno scorso.
Annotazioni: sono tutti film da cercare spulciando giornali e siti, soprattutto suggestioni per chi ha un po’ di tempo e desidera anche d’estate immergersi, di quando in quando, nel buio della sala. Per chi patisce il caldo, anche i cinema hanno l’aria condizionata.

Al cinema e altrove
Elena Cardillo è appassionata di cinema e parole. In effetti i suoi studi sono stati di giornalismo e immagini in movimento. Di cinema si occupa nel suo lavoro, mettendoci ogni tanto anche qualche parola scritta.