Con il caldo di inizio agosto mi è capitato di bazzicare più del solito sul sito dell’ARPA-Veneto, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. Aspettavo con ansia le 13 sperando in un bollettino meteo che mi annunciasse l’arrivo del fresco. Nel frattempo, i diversi dati ambientali che ho spulciato mi hanno ricordato una cosa, un fenomeno che avevo studiato a grandi linee e poi avevo archiviato.
In pratica, in Alto Polesine – Melara, Castelnovo Bariano… – tende a fare molto caldo di giorno, e molto fresco di notte, più che nel Delta; tanto che tra giorno e notte può esserci una differenza (escursione) di una quindicina di gradi. Nel Delta, invece, di giorno tende a fare un po’ meno caldo che in entroterra, e di notte un po’meno fresco: tra giorno e notte l’escursione è di appena una decina di gradi.
Come mai? Merito soprattutto del mare: durante la giornata (come pure durante l’anno) l’Adriatico tende a limitare gli estremi di temperatura, fa un po’ da “cuscinetto” e così c’è meno sbalzo; e poi in estate sulle coste può esserci brezza anche se nel frattempo in entroterra non si muove una foglia. Perciò il clima nelle aree costiere è più oceanico rispetto alle aree interne: non troppo caldo, né troppo freddo.
L’entroterra, invece, lontano dal mare e dalla sua protezione, ha un clima più continentale, anzi sub-continentale. Il “sub” è d’obbligo, perché il Polesine interno è ancora troppo vicino al mare per avere grandi sbalzi tra caldo e freddo.
Comunque la nostra provincia è così vasta (e ben distribuita in larghezza dalla pianura al mare) che offre condizioni già abbastanza diverse da poter essere notate. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.
Questo articolo è stato realizzato con la collaborazione di Francesco Poloni. Laureato in Tecnologie Forestali e Ambientali, Poloni è da sempre appassionato di piante, clima e microclimi. Dal 2015 gestisce la stazione metereologica amatoriale di Conegliano (TV), dove è nato nel 1992.

Marco Barbujani è nato ad Adria nel 1992 e si è laureato in Scienze Forestali. È appassionato di cartografia e di comunicazione della scienza. Dal 2013 collabora con REM e dal 2015 con la rivista scientifica ‘PLaNCK!’.
In Polesine ricerca soprattutto storie, luoghi e tutto ciò in cui, alla fine, emerge un legame con l’ambiente passato e la natura del territorio, oggi molto modificati rispetto alle origini.