Liana Isipato recensisce “La farmacista” di Giangaetano Bartolomei, 2010, poi Edizioni Lulu 2018

Per i miei ‘appunti di lettura’ di questa settimana ho pensato di ripescare una vecchia conoscenza dei lettori di REM. Nel numero di giugno 2005 c’è infatti l’intervista a Giangaetano Bartolomei, scrittore tra l’Adige, il Po e l’Arno.

Già lì ci troviamo di fronte a una persona di molti interessi e attività, che ha scelto la scrittura – passione di una vita – in maniera più sistematica dopo la pensione. Ha lavorato infatti, dopo i primi anni alle Superiori, come docente di Filosofia nelle Università di Napoli, di Padova e, infine di Pisa, diventando in quest’ultima professore di ruolo di “Sociologia della conoscenza” fino al 2004. Ma per molti anni ha svolto anche l’attività di psicoanalista, come membro associato della Società Psicoanalitica Italiana e della International Psychoanalytical Association, dalle quali si è dimesso nel 2006.

Definisce i suoi scritti (citando così il suo grande amore letterario, Stendhal) come “romanzetti per cameriere” ma sono invece storie che riflettono la sua formazione, e scavano nei rapporti fra i personaggi, mostrando una spiccata preferenza per le figure femminili. Tutto, sempre, con uno stile pulito, un linguaggio di quella semplicità cristallina dietro la quale si intuisce una faticosa cura. Come dice il motto attribuito a Ernest Hemingway, la scrittura è 1 per cento inspiration (ispirazione creativa) e 99 per cento perspiration (traspirazione, sudore, fatica).

Oltre ai romanzi Bartolomei ha scritto racconti, poesie e saggi (bellissimo il suo Come scegliersi lo psicoanalista), ma ho scelto di proporvi il romanzo

La farmacista

La visione di una terrazza affacciata sul Mediterraneo fa da incipit a una prima pagina ricca di allusioni storiche e poetiche, offerte in modo lieve al lettore. Ma subito le righe si riempiono del ritratto di una donna intensa, affascinante e misteriosa, la farmacista del titolo, verso la quale il narratore – un professore fiorentino in pensione, impegnato a scrivere la sua autobiografia nel dolce scenario dell’isola di Creta – prova una forte ammirazione e interesse, sentimenti ai quali si aggiungono una certa preoccupazione e un istintivo senso di protezione quando lei sparisce in maniera improvvisa e sconcertante.
Siamo subito catturati dallo scorrere di una vicenda intricata, resa abilmente in un gioco di incastri spazio-temporali, che danno vita a molti personaggi delineati con sapienza psicologica: su tutti il losco e sordido Melàkis, e Zamira, la giovane e semplice domestica, ricca di carica erotica, che rappresenta una figura femminile quasi contrapposta al fascino più sottile, cerebrale e ambiguo della farmacista, Laura Greco.
A un certo punto, quasi per un gioco dell’autore, tutti i personaggi sanno tutto, tranne chi legge! Ma la sua benevolenza farà sì che poche pagine avanti anche noi conosceremo il motivo della repentina fuga da Firenze della farmacista.
Trattandosi di una storia che ha anche qualche aspetto del genere ‘giallo’, non si può raccontare la trama; sicuramente non mancano i morti (troppi morti e troppi incidenti, dice Zamira) e i colpi di scena, fino a quello finale, che chiude il cerchio e svela molto di più sul comportamento della protagonista, e sul senso di pietas del narratore.
Ma questo, dicevamo, non è solo un giallo: parallelamente allo snodo dei fatti, il romanzo è incentrato sulla figura di una donna tormentata, dai molti volti, e sul rapporto di amicizia con l’io narrante. Un’amicizia strana, inizialmente piuttosto squilibrata, visto che il professore prova quasi una venerazione per Laura Greco, che appare invece cordiale ma impenetrabile. Un’amicizia che si fa più salda e vicendevole, dopo che lei, svelato il mistero iniziale, diventa più ‘reale’ e si appoggia al suo devoto professore.  Cresce però in lui – a seguito di nuovi sviluppi – una certa ansia e un più sospettoso livello di attenzione, nei suoi confronti, assieme al desiderio di conoscere la ‘nuova’ farmacista. 
Il loro rapporto di amicizia saprà reggere agli eventi?
Un romanzo appassionante, da leggere tutto d’un fiato!

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