Divertente pièce teatrale al teatro Ballarin a Lendinara, basata sul testo di Massimiano Bucchi, eminente scienziato, autore di numerosi libri e pubblicazioni, che scrive inoltre di scienza e tecnologia per i quotidiani la “Repubblica e La Stampa” e collabora alla trasmissione televisiva “Superquark”.
Il volume “Come vincere un Nobel, il premio più famoso della scienza”, appena uscito per Einaudi editore, si basa su una ricca ed in parte inedita documentazione, frutto di oltre dieci anni di ricerche presso la Fondazione Nobel e l’Accademia Reale delle Scienze di Svezia, dove è custodito l’archivio storico delle proposte e decisioni sui premi Nobel.

Raccontando la storia e le storie del premio Nobel, le singolari vicende, controversie e i conflitti legati al più prestigioso premio scientifico mondiale, i loro riflessi ed intrecci con la società, la politica e la cultura, Massimiano Bucchi riflette sulla immagine pubblica della scienza e sui suoi cambiamenti dal primo Novecento ad oggi.
Un percorso originale e avvincente, per comprendere il ruolo sociale della scienza, attraverso le storie ed i personaggi che hanno segnato questo famosissimo premio. Dalla appassionata e tormentata vicenda del Nobel ad Einstein, a “fantasmi” dei Nobel clamorosamente mancati, dalle assegnazioni più discusse alle scoperte premiate in seguito, rivelatesi errate, dai premi Nobel che sono divenuti celebrità, a quelli quasi completamente dimenticati.

Nel divertimento teatrale per voce femminile, interpretato da Laura Curino, il professor Witzocker, svegliato all’alba dalla telefonata dell’Accademia delle Scienze di Svezia che gli annuncia l’assegnazione del premio Nobel, muore d’infarto. Poiché il premio è già stato annunciato, la moglie Mara si trova costretta a sostituire il marito nella tradizionale cerimonia di Stoccolma e nel relativo discorso ufficiale.

Mara, anche lei biologa, si prepara sull’articolo scientifico per cui il professore ha ricevuto il premio; la interrompono, di tanto in tanto, le telefonate dei figli, parenti e conoscenti, finché la donna scopre un errore, nascosto nelle pieghe dello studio. Che fare? Confessare tutto e rinunciare al premio, danneggiando così la memoria del consorte o sperare che l’attento uditorio di Stoccolma non si accorga dello sbaglio?

La pièce teatrale lascia in sospeso la questione, per sottolineare che non si deve tenere conto della nazionalità del candidato, in quanto ogni persona può ricevere il premio Nobel, purché vivente. Il premio non può essere revocato o restituito, tuttalpiù consegnato un anno dopo come accadde ad Einstein, che era in Giappone quando gli fu assegnato.

Il testo è ispirato ad una storia vera, ed è dedicato a tutti gli scienziati che non hanno mai vinto il Nobel ed a tutti quelli che pur impegnandosi hanno commesso degli errori. L’autore alla fine della rappresentazione ha chiarito che Mara è un personaggio di fantasia ed ha parlato di Marie Curie, unica donna ad avere vinto due premi, uno per la Fisica e l’altro per la Chimica, e poi della polacca Maria Goeppert-Mayer, che ebbe il premio per la sua scoperta sulla struttura dell’atomo, ma non riuscì mai ad avere un lavoro.

Ci fu un premio Nobel che ebbe undici alunni tutti premiati col Nobel, o un ragazzo in trincea durante la Prima guerra mondiale che vinse il Nobel giovanissimo, ma ai congressi era sempre invitato il padre, non pensando che potesse essere lui lo scienziato.

Il professore Bucchi ha concluso la sua brillante spiegazione raccontando che le date di compleanno più diffuse tra i vincitori di Nobel sono il 28 febbraio ed il 21 maggio: forse potreste avere un futuro Premio Nobel in casa senza saperlo!

Lo spettacolo fa parte della rassegna Musikè, promossa dalla Fondazione Cariparo.

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