Quand’ero bambino o adolescente mi dicevano che i sacramenti, l’eucarestia ma anche la penitenza, come si chiamava allora, erano il nutrimento dell’anima. Come un corpo che mangiando si sviluppa. Era una metafora facilmente comprensibile. Tanto più dai bambini, quando madri e nonne dicevano: mangia, che devi crescere. Funzionava bene per la comunione, nella quale si mangia il corpo di Cristo. Il cristianesimo è un fatto carnale… Ieri era venerdì di digiuno e astinenza. Ma in questi giorni in chiesa non si celebrano sacramenti. Ci sono state polemiche. La messa a Pasqua sarebbe complicata. Potrebbero presentarsi troppi fedeli per mantenere il distanziamento anti contagio. Sarebbe difficile escluderne alcuni. Si dovrebbero imporre mascherine e guanti per evitare contatti, anche dei banchi. La comunione dovrebbe essere data in mano. Sui guanti? E guanti anche per il celebrante? Complicato. Straniante. Ci restano i media. La tv, la rete, lo streaming. Il venerdì santo e la domenica di Resurrezione. In poltrona. Digiuno indigesto.

MISANTROPIE. Cercando l’antivirus. Maurizio Caverzan è giornalista professionista. Attualmente collabora con La Verità e Panorama e tiene il blog CaveVisioni.it Ha pubblicato nel 2020 con Apogeo Editore “Misantropie” e “Fabula veneta. Incontri con scrittori, editori, poeti”.