C’è come un filo di amarezza… Il pessimismo della ragione, direbbero i colti. Un realismo dettato da ciò che prevale intorno. Se non proprio la divisione, almeno una certa diffidenza verso chi ha un pensiero diverso. Si era partiti con grandi esortazioni alla solidarietà, a impegnarsi per gli altri, già; esaltando, non senza retorica, l’eroismo di medici e infermiere. Si sta finendo con la logica dell’avversario, del tenere fuori chi non è della mia parte, del rinfacciare colpe, armare inchieste giudiziarie, non dare spazio a chi è fuori dal mainstream. Ieri è stata la festa della Liberazione. Si è cantato Bella ciao dai balconi. A messa in chiesa non si può ancora andare. Ci sarà da ricostruire dalle macerie. Da rimettere in piedi la casa crollata. Da rimarginare ferite profonde. Sarebbe d’aiuto una reciprocità fiduciosa, la voglia di lavorare insieme, rispettando le diversità, vivendole come un arricchimento. Uno spirito che, al momento, sembra lontano. Remoto. Stiamo perdendo un’occasione importante.

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