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Seguire il flusso

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Seguire il flusso
Lo stato del flow, anche detto del "flusso" in italiano, fu studiato e descritto per la prima volta dallo psicologo polacco Mihály Csíkszentmihályi (si pronuncia cic-sent-mi-haii). Si tratta di uno stato di totale assorbimento in un'attività stimolante e gratificante, unito alla perdita di consapevolezza di sé, della fatica e del tempo.

Accade, ad esempio, quando guardiamo un film coinvolgente o siamo in una discussione molto interessante. Se avete degli hobby probabilmente vi sarà capitato di essere talmente presi da quello che stavate facendo da non accorgervi del passare delle ore o della stanchezza che, semmai, giunge tutta d'un tratto quando ritornate alla realtà.

In gergo informale, soprattutto tra gli sportivi, si dice "essere nella zona". E' un termine che ben descrive l'interazione fra la difficoltà del compito e la nostra capacità di eseguirlo. Il flow si verifica quando svolgiamo un'attività abbastanza difficile da impegnarci, ma non troppo da farci sentire frustrati, nè troppo poco da indurre noia (vedi tabella).




Oltre alla difficoltà è importante che l'attività in questione sia di nostro interesse. Se non abbiamo la motivazione ad impegnarci, difficilmente riusciremo a ricreare un'esperienza ottimale. Possiamo anche essere bravi a cucinare, ma se lo facciamo solo perchè costretti, allora non ne ricaveremmo particolari benefici sotto questo punto di vista.

Chiunque nella vita ha fatto esperienza del flow, ma non tutti integriamo volontariamente nella nostra quotidianità delle attività che promuovano questa sensazione, la quale è strettamente legata al benessere mentale.

Un buon esercizio a questo punto può essere quello di riflettere su quali attività in passato ci hanno donato un'esperienza di flusso. Quanto tempo passiamo ogni giorno "nella zona"? Come possiamo modificare i nostri impegni già esistenti per garantirci un'esperienza ottimale?


Disclaimer: questo articolo ha il puro scopo di fornire dei brevi spunti riflessivi su tematiche psicologiche e non sostituisce in alcun modo il parere di un professionista abilitato all'interno di un colloquio terapeutico.

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