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Il misterioso caso estivo della Gatto Trasporti (parte 2)

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Il misterioso caso estivo della Gatto Trasporti (parte 2)

Capitolo 2. In mezzo ai coglioni, proprio come un gatto!

Riassunto della precedente puntata: un automobilista inizia ad accorgersi che tutti i tir e i pullman che sorpassano a cazzo in autostrada, causando ingorghi insensati, sono di proprietà della ditta Gatto Trasporti. Che ci sia un nesso con i disagi vissuti dai viaggiatori in treno, in balia di ritardi e assurdi lavori in corso in piena stagione estiva?

Quel nome, Gatto Trasporti, avrebbe potuto benissimo uscirgli di testa. Se non lo avesse incontrato in seguito in due nuove occasioni. Nella prima, un grosso tir lungo la A13 stava sorpassando una bisarca zeppa di automobili, creando una coda infinita lungo la corsia di sinistra. Mentre sacramentava spazientito, Giovanni lesse quasi per caso quel nome in piccolo, poco sopra il paraurti posteriore: anche quel camion era griffato Gatto Trasporti.

Nella seconda occasione, il nome della ditta gli apparve sulla fiancata di un pullman turistico, che aveva appena concluso un lungo, insensato e ovviamente lentissimo sorpasso in autostrada, che in quella occasione creò un totale intaso della Bologna-Firenze.

“Beh! – rise amaramente il nostro agente di commercio, mentre li sorpassava e sfanculava contemporaneamente – questi della Gatto Trasporti evidentemente sono specializzati nel piazzarsi in mezzo ai coglioni. Proprio come un gatto!”

E, forse proprio in virtù di questa analogia, finì per non dimenticarsene più, di quel nome. Anzi, iniziò a farci caso ogni volta che compariva sulla carrozzeria di furgoni, camioncini, tir, corriere e altri grossi mezzi. E tutte le volte succedeva perché erano impegnati in sorpassi a velocità di lumaca. Lui ci aveva scherzato su, ma sembrava quasi lo facessero apposta.

Fino a qui, comunque, c’era poco da spendere in tesi complottiste. In fondo, poteva essere semplicemente che la Gatto Trasporti avesse una politica piuttosto spregiudicata su tempi e modi di consegne di merci e persone, la qual cosa induceva i suoi piloti a guidare così di merda.

In alternativa, poteva essere benissimo che alla guida ci fossero davvero dei gatti, che assecondavano semplicemente quella loro innata tendenza a essere d’intralcio.

Perché si potesse pensare ad un vero e proprio complotto, serviva qualche elemento in più. Che arrivò proprio in quell’estate di follia dei trasporti, annunciato questa volta da una serie di cartelli gialli…

Continua…