Un incontro tra anime sensibili
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- Notizia pubblicata il 9 giugno 2024
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- Scritto da Giuseppe De Santis
Jorge Luis Borges, nel suo Manuale di zoologia fantastica, racconta di un bambino che viene portato per la prima volta in un giardino zoologico, e può essere chiunque di noi. Un po’ come per Il fanciullino di Giovanni Pascoli che è in noi e di cui ci siamo dimenticati. E in questo giardino il bambino vede tutta la sfrenata varietà di animali viventi, reali o immaginari, che mai aveva visto. E questa visita che potrebbe allarmarlo e recare paura, finisce per piacergli così tanto da diventare un gioco.
E qui incontra l’A Bao A Qu, sensibile ai valori delle anime umane che, dal principio dei tempi, abita sulla scala della Torre della Vittoria a Chitor. L’A Bao A Qu vive in uno stato letargico sul primo gradino e si anima solo quando qualcuno sale la scala. Tanto più è sensibile il visitatore, tanto più l’A Bao A Qu si perfeziona e diventa raggiante, salendo di gradino in gradino. Pare che solo una volta abbia raggiunto la cima della Torre.
Il suo ritorno in vita è molto breve (dura un libro?) e, andando via il visitatore, rotola di nuovo al primo gradino per spegnersi “simile a una lamina dai contorni vaghi” dirà Borges.
Con la pandemia il rischio che l’A Bao A Qu potesse spegnersi definitivamente per mancanza di visitatori è stato molto alto. E il suo lamento, “simile al fruscio della seta”, anche se appena percettibile, è diventato un rantolo soffocato. E solo un essere pieno di purezza avrebbe potuto resuscitarlo per fargli riprendere a salire i gradini della conoscenza che porta le anime sensibili ad amare.
Da qui l’incontro con un visitatore speciale REM Ricerca Esperienza Memoria, uno spazio di idee, parole e opportunità creative che trova soprattutto nel Delta del Po il magma della sua fantasia e nella casa editrice Apogeo il culmine della sua storia. E l’incontro tra anime e sensibili è sempre una ricchezza, qualcosa di speciale, tanto che l’A Bao A Qu ha ripreso lentamente a salire e fantasticare, per giocare come il bambino. E il gioco, per quanto sia felice, porta con sé sempre un pizzico di meraviglia con paura perché è sempre a rischio di finire. Il gioco troppo somiglia alla vita.