Ho visto ministri che voi umani, di Mario Bellettato
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Ho visto ministri che voi umani…

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Ho visto ministri che voi umani…

Guardo, con un certo sconforto, le immagini che infestano i profili dei social media. Sorrisi stereotipati e un po’ inquietanti da forzati della movida, smorfie che tradiscono un desiderio disperato quanto infantile di emergere, di appartenere al folto gruppo di coloro che si illudono di emanciparsi mostrando un paio di occhiali alla moda, un drink costoso, il piatto di un ristorante con il menù plasmato sulle nuove tendenze della pornografia gastronomica. Tentativi maldestri di evadere dall’anonimato che terrorizza: si cerca fuori ciò che manca dentro di sé. Esistenze ufficializzate dai consumi, non certo dalle esperienze o dalle emozioni e meno che mai dai sentimenti. Nell’accezione comune, ormai l’unico successo che conta è quello economico. Milioni di persone pendono dalle labbra dei guru che “hanno fatto i soldi”, li ammirano e si identificano soprattutto in quelli che si sono arricchiti rapidamente, spesso prendendo la scorciatoia che si può definire tanto scaltrezza, quanto amoralità: è questione di punti di vista. I modelli di riferimento hanno l’atteggiamento esibizionista, lo stile cafonal alla Gianluca Vacchi, mai la sobrietà che caratterizzava Leonardo Del Vecchio, benché lui fosse diventato davvero ricchissimo in breve tempo. In ogni caso, apparentemente, le uniche doti apprezzate, le “skills” degne di questo nome, sono quelle che servono a guadagnare parecchio, tutto il resto è ciarpame inutile, o diventa addirittura oggetto di derisione. Uno come Dante Alighieri oggi sarebbe considerato un imbecille, un sognatore costretto all’esilio, uno che dipendeva dai mecenati disposti a sostenerlo. Nemmeno la sua opera principale (noiosa!) gli ha permesso l’indipendenza economica. Vuoi mettere Jeff Bezos? Lui sì che sa come si fanno i soldi, il catalogo web dei prodotti Amazon in pronta consegna è molto più interessante delle bolge e dei gironi dell’Inferno o delle incomprensibili tiritere del Paradiso. Di questo passo tra qualche anno non si studieranno più i grandi letterati, i filosofi e ancora meno i poeti, ma piuttosto si farà l’esegesi del “pensiero” di Elon Musk, oppure si citeranno le massime edificanti uscite dalla bocca di Renzo Rosso. Questo nuovo modello di sottocultura produce due effetti: crea una platea adorante che accetta supinamente qualsiasi perla partorita dalle meningi dei mega-influencer e induce il progressivo delirio di onnipotenza di questi nuovi pseudo-intellettuali, che sono convinti di sapere tutto e di avere ragione comunque. Pontificano ex cathedra più infallibili dei papi e affrontano qualsiasi argomento: dalla fluidità di genere alla tecnologia per trivellare i fondali oceanici. La quintessenza delle loro iniziative imprenditoriali mirabolanti è accompagnare clienti miliardari nello spazio o in fondo al mare, a prezzi assurdi e senza nessuna reale giustificazione scientifica, solo per soddisfare la domanda di consumi sempre più esclusivi e selettivi. Consumi la cui gratificazione, pur a fronte di una spesa colossale, non è più legata al piacere o alle emozioni che si provano, ma alla constatazione che “gli altri non se lo possono permettere”. Penso con profonda tristezza al diciannovenne Suleman Dawood, perito nell’implosione del Titan: era terrorizzato all’idea di imbarcarsi e aveva accettato solo per non deludere il padre, annegato con lui. I nuovi modelli cui ispirarsi sono i profeti del “val più la pratica della grammatica”, personaggi che si sono convinti di essere dei veri e propri geni, opinione peraltro condivisa e sostenuta da milioni di follower equamente suddivisi nelle diverse classi sociali e in tutti i continenti: ormai il livellamento è desolante. E’ giocoforza che questi nuovi messia finiscano per trarre una conclusione molto pericolosa, che si concretizza nella certezza autoreferenziale di essere superiori alla legge e a qualsiasi morale, e di non aver bisogno di nessuno e tantomeno di specialisti: bastano loro stessi. Li vediamo licenziare, tacitare, minacciare e screditare in un batter d’occhio chi, magari ragionevolmente, manifesta qualche dubbio o li critica: si tratta di lesa maestà. Così accadono le sciagure, e quelle del genere “Titan” sono eclatanti, ma forse non sono le peggiori. La vera apocalisse è la diffusione di una dottrina secondo cui il denaro è il premio alla virtù, il salvacondotto per il paradiso, il giubileo che lava qualsiasi crimine e ogni peccato: siamo immersi in una brutta copia del calvinismo, una plutocrazia “fai da te” mal digerita. Se pensiamo a quanta sottocultura liberal-qualunquista si è depositata nelle circonvoluzioni della materia grigia planetaria, riempiendo gli spazi liberi come fa il calcare sulla resistenza della lavatrice, ci rendiamo conto che dovremo fronteggiare legioni di adulti che ragionano come bambini e che appoggeranno anche sul piano politico personaggi e ideologie aberranti. Un esempio per tutti: nessuna persona equilibrata e intellettualmente matura potrebbe accettare un ministro come la Santanché: non è una questione di destra o di sinistra, è che non può bastare lo sfoggio di abbigliamenti grotteschi e costosi o il balbettio fondato sugli slogan del bar sport per essere qualificati a guidare un paese, specie se nel frattempo ci si comporta in modo inaccettabile con i dipendenti, i fornitori e magari si evadono le imposte. Per fugare ogni dubbio e tacitare gli esegeti del “sì, però…” secondo i quali le mie sono critiche ideologiche, li rassicuro: ho sempre ammirato la democristianissima Tina Anselmi e al contrario sono fermamente convinto che il mondo sarebbe migliore se Maria Elena Boschi si desse al commercio ambulante di lampredotto e Alessandra Moretti si occupasse della vendita stagionale di cocomeri (ho scelto ipotesi a km-zero rispetto alle aree in cui svolgono la loro nefasta attività pubblica). Il dramma epocale che stiamo vivendo è la rinuncia di milioni di italiani a immaginare una società migliore. Sembra che il modello occidentale neocapitalista, addirittura nella sua versione “for dummies” che stiamo sperimentando, sia il campione di platino-iridio del mondo perfetto e che non si possa/debba metterlo in discussione (rivolgiamo la nostra gratitudine sempiterna al Cavalier Berlusconi, artefice principale di questa orribile anamorfosi!). A questo punto cosa resta? In questo quadro in cui la finalità della vita umana è ottenere l’American Express Centurion, quella nera come il SUV degli oligarchi russi, quali obiettivi ci poniamo? Forse qualcosa di etico? No, null’altro che avere la forza cieca per sgomitare e riuscire a entrare tra coloro che godono di privilegi, cioè di un reddito elevato da destinare a consumi inutili e magari distruttivi per l’ambiente. Concetti come il diritto allo studio, alla salute, ad un lavoro dignitoso e tutelato, non sono più difesi dalla società e nemmeno promossi dalla scuola, per non citare il parlamento che costituisce in molti casi un pessimo esempio al contrario. La redistribuzione della ricchezza in un’ottica solidale è come fosse “non pervenuta”. Ci sarà pure qualcuno che quando ha votato ha scritto “Renzi”, qualcuno che ha pensato che Ignazio La Russa fosse degno di diventare senatore e che la Santanchè sarebbe stata un buon ministro ed era comunque un imprenditore da prendere a esempio, magari insieme al suo sodale Briatore. E’ questo genere di analfabeta dell’educazione civica che dobbiamo a tutti costi cercare di istruire, altrimenti lo slittamento verso il nuovo medioevo sarà inarrestabile, con una tragica differenza rispetto al passato: i missili a testata nucleare hanno sostituito la spingarda e le multinazionali dell’agroalimentare decidono quali sementi OGM immettere nel mercato e stabiliscono dove pioverà grazie alla geoingegneria climatica. Cioè, in ultima analisi, stabiliscono chi mangerà e chi no, mentre vaste aree del pianeta si stanno irrimediabilmente desertificando. Oltre alle inaccettabili sperequazioni, questo modello di società cosa produrrà? I fenomeni migratori dei prossimi decenni saranno terrificanti: al confronto i “barconi” che preoccupano tanto l’attuale governo sembreranno la galleggiante del bacino di San Marco, quella allestita per il Redentore. Non mi sembra una bella prospettiva.