Il caso Vannacci visto da Mario Bellettato
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Mein Kampf è il mondo raddrizzato?

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Mein Kampf è il mondo raddrizzato?

Sono costretto, e non avrei voluto, ad una considerazione purtroppo desolante: moltissime persone hanno abdicato alla logica, al nesso di causalità, al rapporto che regola la relazione tra genere e specie. Questa condizione, gravissima, purtroppo non incide sugli aspetti principali della vita di chi la mette in atto: si vive comunque (magari si rende insopportabile la vita degli altri), si fanno figli, si può votare (ammesso che si voglia) e si trova accesso ai media. Sembra che per la prima volta l’evoluzione naturale incontri un’impasse e inventi il suo cammino: questa società ha cambiato le regole. Così dobbiamo subire un trend delirante di opinioni e “opinionisti” che ci stanno traghettando verso un limbo di stupidità da cui, state e certi, non può nascere nulla di buono e in quel nulla purtroppo ci sono anche le derive autoritarie. Prendiamo il Generale Vannacci: il fatto che abbia partecipato alle sciagurate missioni “di pace” in Afganistan viene considerato un merito. “Ha messo a rischio la vita…” è un eroe…. La vita, quale? La sua o quella degli altri? E per quale motivo? Per la pace? Quale pace? Quella delle amministrazioni USA? E la missione è stata un successo? Hanno lasciato un paese pacificato? Questa carriera in cui uno dei punti più alti è l’aver partecipato ad una missione voluta e organizzata dagli USA, con un costo umano ed economico altissimo, che si è risolta con un insuccesso terribile che ha lasciato l’area in condizioni peggiori di come l’aveva trovata, può essere motivo di orgoglio, di merito? Ma credete davvero che il mondo militare, che si basa su una visione aberrante dei rapporti sociali, possa dire qualcosa, non dico di intelligente, ma di utile al mondo civile? È inquietante che ci sia gente che rimpiange il periodo “della naja”, credo che al di là della vigoria fisica dei vent’anni, il servizio militare abbia insegnato solo cose negative. Il bullismo dei “nonni” era istituzionalizzato, qualsiasi atteggiamento che non fosse orientato al più becero machismo veniva denigrato come una forma di omosessualità, condizione gravissima da isolare e denigrare. Un mondo regolato da un sistema di corruzione verticale dove i marescialli di carriera gestiscono i livelli più bassi di malaffare (generalmente furto di cibo e carburanti), e poi si differenzia e diventa più grave e remunerativo salendo di grado. Un sistema dove gli strumenti di cui dispongono le forze armate, sofisticati e molto costosi, non vengano praticamente mai impiegati in favore della popolazione o dell’ambiente: giacciono nei magazzini, nelle rimesse e negli hangar per uscire solo quando ci sono le ridicole e costosissime “esercitazioni”. A quale titolo accettiamo che un alto ufficiale possa pontificare su temi dei quali lui, per le aberranti scelte di vita che ha fatto, non ha una visione obiettiva? Pensate alla stupidità abissale di un sistema in cui chi si cuce sulla manica un grado in più ha diritto insindacabile di decidere della vita e della morte di chi ha cucito un grado in meno. I generali erano quelli che per motivi di orgoglio arrogante ordinavano gli assalti suicidi ai poveri fanti della Prima guerra mondiale o che durante la campagna di Russia lasciavano i soldati a morire negli avamposti, e prima di ordinare la ritirata si assicuravano di aver raggiunto le retrovie. Da allora non è cambiato nulla: è così difficile capirlo? E voi state ad ascoltare i deliri di un generale della Folgore? Tanto vale leggere Mein Kampf.