Non succede spesso di questi tempi che una rappresentazione di Norma lasci allo spettatore l’impressione di aver assistito a uno spettacolo messo insieme con criterio e senso delle proporzioni, sia dal punto di vista musicale che delle scelte registiche. In questa direzione si orientava il giudizio della maggior parte del pubblico che, nella serata di venerdì 18 dicembre, ha preso parte alla messa in scena del capolavoro belliniano al Teatro Sociale di Rovigo. Una produzione non senza difficoltà quella rodigina, che ha rischiato di non poter andare in scena per i tagli ai finanziamenti regionali con i quali ciascun ente lirico è costretto a misurarsi in fase di progettazione della propria stagione ed anche, come nel caso di Rovigo, quando il carnet di spettacoli è già pianificato, costringendo a drastici cambiamenti.

Ma il Teatro Sociale di Rovigo ha lo stesso confezionato uno spettacolo che alla vigilia si preannunciava come qualcosa di epocale per la stagione lirica rodigina, in vista anche dell’annunciata partecipazione di Gregory Kunde, star mondiale che a Rovigo però non è arrivato. A spiegare le motivazioni dell’assenza è stato lo stesso Kunde in un messaggio al pubblico rodigino, letto dal direttore artistico Stefano Romani prima dell’inizio della rappresentazione. Problemi di salute, malanni stagionali che lo hanno costretto a rinunciare, il tenore statunitense ha però preannunciato la sua presenza nei prossimi mesi a Rovigo, presumibilmente a marzo, per un recital destinato al pubblico di Norma, gratuito per i possessori del biglietto della rappresentazione del 18 dicembre. Sul palcoscenico il ruolo di Pollione è stato affidato al giovane tenore Rubens Pelizzari, che il pubblico del Sociale non ha mancato di ringraziare con ripetuti applausi per questa sostituzione dell’ultimo minuto.

A brillare nella serata rodigina le due donne protagoniste della rappresentazione, Daniela Schillaci ha dato vita a una Norma all’altezza della situazione, ben incarnando la complessità del personaggio e regalando passaggi particolarmente suggestivi in termini di interpretazione e potenza drammatica. Marina De Liso, al debutto nei panni di Adalgisa, si è più volte meritata le ovazioni del pubblico nel teatro della sua città, che ne ha apprezzato in particolare lo stile elegante e pulito nel fraseggio nonché la ricchezza vocale. Buona la prova di Alessia Nadin come Clotilde e Cristian Saitta interprete di Oroveso, a completare il cast Antonello Ceron nei panni di Flavio e nella parte corale il Coro Città di Padova diretto da Dino Zambello. Vincente dal punto di vista della resa scenica la scelta di adottare una regia essenziale, nell’allestimento di Federico Bertolani, che ha contribuito a focalizzare l’attenzione sui vari momenti grazie all’utilizzo di pannelli mobili. Capitolo a parte per la performance dell’Orchestra di Padova e del Veneto che, diretta con competenza e la giusta verve da Tiziano Severini, ha contribuito in maniera determinante alla buona riuscita dello spettacolo.

 

Nella foto in copertina: Norma (Daniela Schillaci) e i due figli

Nella foto qui sotto gli applausi nel finale.

 

Applausi nel finale

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