Il tanto temuto Brexit si è concretizzato. I commenti sono già un’infinità e in parecchi casi appaiono quantomeno discutibili. C’è il filone del presunto egoismo britannico che sembra l’eco degli anatemi di Mussolini. L’unione europea è senza dubbio nata da una concezione condivisibile che voleva evitare il ripetersi di tragedie come le guerre mondiali e sviluppare prosperità. In pratica, al di là della comodità di varcare le frontiere senza formalità e di non dovere fare il calcolo della valuta per acquistare un paio di “bratwurst”, si è rivelata una costruzione burocratica ed autoreferenziale con un governo guidato da un alcolista che passerà alla storia per la sistematica corruzione fiscale cui si è prestato in qualità di premier del Lussemburgo favorendo le multinazionali, quelle stesse che poi lo hanno imposto all’Unione Europea. Le normative eruttate dall’unione stanno smantellando lo stato sociale, strangolando la piccola impresa e spersonalizzando le singole realtà etniche per creare cittadini senza capacità critica, disinformati ed eterodiretti. Piuttosto che accusare chi decide di uscire riflettiamo se vale la pena restare. Un secondo filone di commenti paventa l’apocalisse economica e indica l’andamento delle borse come monito all’obbedienza. E’ idiota valutare gli andamenti della borsa nel breve periodo, ma se anche il risultato fosse negativo, siamo davvero convinti che debbano essere le borse a decidere quello che va bene o meno? Abbiamo imboccato una strada che ci sta portando ad una società controllata dalle grande finanza e credo che dovremmo porci qualche dubbio circa il nostro futuro. La crisi e la disoccupazione sono purtroppo strumenti utilizzati per demolire le conquiste sociali e obbligare i lavoratori a rinunciare ai loro diritti. Lo stiamo sperimentando da anni, da quando la parola “Brexit” non era ancora stata creata. La globalizzazione è stata una follia criminale di cui stiamo pagando il prezzo e l’uscita dall’unione europea va in direzione opposta: se la Grecia fosse uscita dall’unione 2 anni fa pensate che verserebbe in condizioni peggiori di quelle attuali? Ha accettato i diktat della troika e sta letteralmente morendo di fame e di mancanza di assistenza sanitaria. Il terzo filone di commenti è quello delle istituzioni. Con la consueta pochezza Renzi ha affermato, con l’espressione corrucciata, che il nostro governo farà ogni cosa (la magniloquenza non gli ha mai fatto difetto) per garantire il funzionamento dell’unione e poi, passando a quella sorta di paternalismo che tanto gli è caro, ci ha rassicurato che lui e Padoan faranno in modo che non ci siano conseguenza economiche negative per il Belpaese. Vedremo. L’analisi delle motivazioni e del significato di questa espressione popolare presupponeva una pur minima attività cerebrale e pertanto non ci è stata fatta pervenire.

L’ESTUARIO DEL PO. Cronache non necessariamente conformiste. Mario Bellettato è nato ad Adria nel 1956. Dopo gli studi classici e la laurea in giurisprudenza ha intrapreso una carriera manageriale che lo ha portato a lunghe permanenze all’estero. Ha lavorato come copywriter per alcune agenzie di pubblicità e si è occupato di formazione per l’Unione Europea. Ha pubblicato i romanzi “Il sognatore” (2015) e “Due perle” (2020).