L’altro giorno ho accompagnato mio papà all’ospedale perché ha un testicolo come un melone.

Dentro l’androne del brutto ospedale abbiamo incontrato una infermiera molto gentile alla quale abbiamo chiesto dove fosse urologia e lei ce lo ha spiegato con un sorriso molto gentile, proprio di cuore, e molto bello come era molto bella lei. L’ospedale ci è sembrato subito meno brutto e siamo andati in reparto.

Ci siamo seduti sulle panchine mezzo arrugginite e una infermiera è uscita dall’ambulatorio e ci ha messo in mano un biglietto con un numero. Mio papà ha tirato una grande bestemmia e ha detto ma è come al banco del formaggio.

Quando è uscito il nostro numero siamo entrati e un medico alto magro con gli occhiali grandi e la faccia di capra non ci ha neanche salutati perché aveva gli occhi piantati davanti il computer e li è stato per tutto il tempo facendo delle domande a mio papà. Poi ha detto si stenda e lo ha visitato e ha detto è molto gonfio e mio papà ha detto eh sì, se non era gonfio stavo a casa.

Poi il medico si è riseduto davanti al computer ha digitato tante cose e ha detto la chiamiamo noi per operare. Arrivederci. Io ci sono stato male perché vedevo che mio papà ci è stato male e si è sentito più vecchio di quello che è. Non sapevo cosa pensare.

Ho pensato anche che magari quel dottore aveva tanti problemi, era pieno di corna, aveva una figlia che lui avrebbe voluto dottore come lui e invece si drogava ed era una gran zoccola. Però cosa c’entrava il testicolo di mio papà. Io poi ho pensato che non è facile fare il medico negli ospedali oggi, che tutti abbiamo i nostri problemi però chi sta male ne ha di più e bisognerebbe che i dottori pensassero che i testicoli gonfi a ottantun anni fanno molto male.

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