A scuola la maestra ci aveva parlato delle onde sonore, e a me mi è venuto subito in mente che se ha ragione lei allora tutte le parole che diciamo potrebbero essere ancora lì che vagano nell’aria e potremmo riascoltarle e se ci fosse una macchina che le riprende le nostre parole potremmo ancora risentire la voce dei nostri nonni e i discorsi che facevano tra loro, e magari non so anche tutti i discorsi importanti delle persone importanti, come i discorsoni che faceva Cicerone in senato, che deve essere una figata riascoltare i pipponi che attaccava Cicerone contro Catilina, però peccato che fossero in latino che non ci capisco una mazza.
Magari restando più vicino a noi mi piacerebbe andare nella Sacca di Scardovari, dove sono andato in camporella una volta con una ragazza che mi piaceva molto, e lì sopra la Sacca ci devono essere ancora i discorsi che ci siamo detti quelle due o tre volte, che io li ricordo abbastanza bene ma mi piacerebbe riascoltarli proprio con le voci e con i modi in cui ce li siamo detti in quel momento lì, perché la memoria a volte ti frega e magari riascoltando proprio bene potrei anche capire dov’è che ho sbagliato nelle parole che ho detto, che dopo quelle due o tre volte che siamo andati in camporella nella Sacca di Scardovari non ci siamo visti più.

Sandro Marchioro insegna storia e letteratura in una scuola superiore. E’ giornalista, ha scritto sul “Corriere del Veneto” ed è stato direttore di alcuni periodici locali. E’ da sempre direttore responsabile della rivista “REM – Ricerca Esperienza Memoria”.