L’odio è una gran brutta cosa, però è sempre una cosa più nobile dell’indifferenza o del disprezzo: a odiare si deve fare un po’ di fatica, mentre a disprezzare o a essere indifferenti il cervello resta gelatinoso come i nervetti con la cipolla.
Mio papà mi diceva sempre che ci sono due tipi di odio: quello degli intelligenti e quello degli ignoranti. Quest’ultimo è pericoloso solo qualche volta, mentre invece l’odio degli intelligenti è pericoloso sempre perché gli intelligenti fanno diventare l’odio un’idea e le idee sono sempre più pericolose dell’impulso. In tutti e due i casi però l’odio dura nel tempo e fai fatica a grattarlo via, più o meno come la morchia sotto le unghie di un meccanico.
Al mio paese ad esempio c’è la fioreria della Maria che sta davanti all’edicola della Lauretta e loro due è da quando hanno aperto che si odiano a morte ma proprio a morte. E in ogni elezione degli ultimi trent’anni quando andavi a scrutinare le schede elettorali ce n’erano sempre due, ma proprio ogni volta, che avevano la scritta Maria putana e Lauretta vigliaca.
Poi Lauretta si è ammalata e dopo alcuni mesi di sofferenza è morta ed ora è sepolta nel piccolo cimitero del mio piccolo paese: e tutti sanno che quella dalia rosa che appare tutte le settimane sulla sua tomba è Maria a portargliela.
Nessuno però può dire con certezza se Maria sappia che Lauretta odiava tantissimo le dalie.

Sandro Marchioro insegna storia e letteratura in una scuola superiore. E’ giornalista, ha scritto sul “Corriere del Veneto” ed è stato direttore di alcuni periodici locali. E’ da sempre direttore responsabile della rivista “REM – Ricerca Esperienza Memoria”.