Mi auguro che le persone di buon senso e di normali capacità intellettive riflettano: stiamo assistendo ad una querelle sconfortante che rimbalza tra Adria e Rovigo, protagonisti (si fa per dire) alcuni rappresentanti della giunta comunale, l’opposizione e il segretario del PD provinciale. Il motivo del contendere, chiaramente pretestuoso, è costituito dalle ormai famose affermazioni del consigliere di maggioranza Michele Rigoni.
Purtroppo siamo abituati al teatrino, generalmente noioso, della critica generalizzata da ambo le parti. Si dissente a prescindere anche quando non ce ne sarebbe il motivo. D’altra parte chi fa il politico di professione evidentemente crede che questo sia il modo per guadagnarsi la pagnotta. Mi sarei aspettato, e avrei probabilmente condiviso, che l’opposizione avesse in qualche modo stigmatizzato la boutade di Rigoni sotto il profilo dell’inopportunità, credo sia comunque una caduta di tono a fronte di una tragedia di questa portata e penso che per dimostrare indipendenza critica non sia indispensabile “epater les bourgeois” ad ogni costo.
Ma i commenti e le prese di posizione delle controparti lasciano davvero perplessi, siamo tornati alle litanie retoriche ed involontariamente comiche dei “trinariciuti” di Guareschi, ma con 60 anni di ritardo. Ora sappiamo al di là di ogni ragionevole dubbio che ci sono segretari il cui segreto principale consiste nel non capire o non voler capire, il che sarebbe peggio, perché implicherebbe disonestà intellettuale, lo spirito e il senso delle parole. Nostro malgrado constatiamo ancora una volta che ci sono giornalisti (lo so è una parola grossa, ma la uso per evitare perifrasi) che commentano in modo semplicistico ed incomprensibile ciò che evidentemente a loro volta non hanno compreso.
E’ lo scontro titanico cui siamo, controvoglia, chiamati ad assistere. Ciò che dovrebbe far riflettere è la constatazione che nel bene e nel male (decisamente più male che bene) queste sono le forze politiche che hanno amministrato la città e si candidano per il futuro. Adria langue tra mille problemi e per farsi amministrare i cittadini devono scegliere tra due alternative davvero poco entusiasmanti.
Del resto, si chiama “basso polesine”…

L’ESTUARIO DEL PO. Cronache non necessariamente conformiste. Mario Bellettato è nato ad Adria nel 1956. Dopo gli studi classici e la laurea in giurisprudenza ha intrapreso una carriera manageriale che lo ha portato a lunghe permanenze all’estero. Ha lavorato come copywriter per alcune agenzie di pubblicità e si è occupato di formazione per l’Unione Europea. Ha pubblicato i romanzi “Il sognatore” (2015) e “Due perle” (2020).