Non perdetevi questa terza puntata del viaggio di Elena Cardillo tra i giovani registi del cinema italiano. Questa volta Elena parlerà di Jonas Carpigiano. Già il titolo è eloquente: guardate qui sotto.
Dentro gli occhi una forte propensione alla documentazione. Soprattutto perché la macchina da presa è leggera e libera di vagare. In una specie di istinto naturale segue i personaggi, mostra i luoghi, ci va a fondo, tutto con un sapore un po’ onirico. Quasi fosse una favola dura, un po’ coriacea come la carne secca. Con questa lievità entra nella terra di nessuno.
Jonas Carpignano, padre italiano madre delle Barbados, giovane cineasta pieno di talento – è nato nel 1984 –, ha radici profonde. I suoi primi due lungometraggi li ha realizzati in Calabria, terra cruda, aspra come le olive acerbe, dolce come i fichi maturi.
In Calabria ha deciso di vivere e lavorare. È il direttore artistico del Gioia Tauro Film Festival e sempre a Gioia sta girando il suo nuovo film A Chiara.
Due precedenti. Mediterranea del 2015, in concorso alla Semaine de la Critique a Cannes e finalista per il Premio Lux. A Ciambra del 2017, vince il premio Europa Cinema Label nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes e due David di Donatello per miglior regia e miglior montaggio.
Una scorza nerboruta
In questa regione ostica e dolcissima Jonas Carpignano ha messo radici e uno sguardo cosmopolita. Come un viaggiatore che conosce i diversi sapori del mondo e li mescola alla terra.
Quella di un sud profondo falsamente statico, sempre nervoso e in fermento, di cui bisogna solo superare la scorza nerboruta.
Chi ama le terre a mezzogiorno sa che lo sguardo in superficie conta poco. Bisogna entrare, tremare un po’ di fatica e disorientamento, sentirsi inabissati e avvolti da un calore invadente e nutriente.
Vale la pena guardare le contraddizioni, sapendo che ogni cosa ha contorni decisi e cangianti.
Lo sguardo etnografico

Dentro questi luoghi che sembrano dimenticati da dio e dagli uomini Jonas Carpignano ha piantato gli occhi.
Con Mediterranea, storia di Koudous Seihou, arrivato a Rosarno dal Burkina Faso con suo fratello. Un viaggio attraverso il deserto, la Libia, poi Lampedusa. Infine Rosarno, dove iniziano a lavorare come stagionali per la raccolta degli agrumi. Sullo sfondo, i fatti realmente accaduti nel 2010 nella cittadina calabrese, quando lo sfruttamento e lo sfinimento hanno portato i braccianti alla rivolta e poi alla dura repressione della polizia.
Qui, più che mai, si sente il sapore della documentazione. Il protagonista, Ayiva, è Koudous Seihou che interpreta se stesso. Veniamo presi dall’intreccio di una narrazione cruda, mentre il regista si muove con lo sguardo etnografico di chi osserva e non giudica.
La grande famiglia di Pio Amato

Quando poi Carpignano realizza A Ciambra le regole vengono mescolate e rimesse insieme in un modo personalissimo. Questo è il grande pregio del film.
A Ciambra è la storia di Pio, un adolescente che vive nella comunità rom di Gioia Tauro. Un luogo provvisorio come un accampamento e stabile come una città e le sue fondamenta. A Ciambra, appunto.
Pio Amato (che è il vero nome del protagonista) ci vive con la famiglia e l’intera comunità.
Il film brulica di Amato. Quasi l’intero cast è composto dai membri di questa famiglia.
Di nuovo, il piglio totalmente documentaristico è al servizio di una narrazione avvincente. Perché di Pio seguiamo i turbamenti dell’età, quelli legati alle complicate regole della comunità rom e la fatica di stare in quella terra nerboruta, ruvida e avvolgente insieme.
Una storia di iniziazione alla vita e alla Ciambra, un imbuto, un cunicolo, una fossa che ti tiene e che però è spaziosa. Soprattutto, è creativa e visionaria.
La bellezza tra i rovi
Jonas Carpignano ha il dono di raccontare senza dire.
Ci porta dentro la vita senza casco di protezione e ginocchiere, con la costante sensazione di cadere e di graffiare le giunture. Più qualche caduta di faccia.
Ogni cosa però è colma di una poesia vetrosa e spinosa.
Come se per arrivare a guardare il paesaggio desiderato dovessimo attraversare per forza i rovi.
Ecco, A Ciambra è un film che mostra la bellezza incastrata negli spazi impervi.
Lui è un regista che ti convince senza sforzo ad entrarci.
Il film ha tra i produttori esecutivi Martin Scorsese.
L’uscita di A Chiara è prevista per il 2020.

Al cinema e altrove
Elena Cardillo è appassionata di cinema e parole. In effetti i suoi studi sono stati di giornalismo e immagini in movimento. Di cinema si occupa nel suo lavoro, mettendoci ogni tanto anche qualche parola scritta.