Oggi è mancato Tom Wolfe, il giornalista e scrittore che più ha influenzato il mio modo di guardare la realtà ai tempi del liceo. Non fraintendetemi: lui è stato straordinario per davvero, non certo perché piaceva a me. Era senza dubbio affascinante, con quel suo atteggiamento un po’ snob, elegantissimo e mai “alla moda” in senso stretto. Anzi, le mode le iniziava lui, specie quelle intellettuali, coniando definizioni che usiamo quotidianamente anche senza conoscerlo. Termini come “radical-chic” o “politically-correct” li ha creati lui, sono usciti dalla sua penna. E’ stato un giornalista sensibile, acuto, sapeva leggere e interpretare la realtà con un taglio unico, per molti aspetti profetico.

“Attraverso Radical Chic descrivevo l’emergere di quella che oggi chiameremmo la “gauche caviar” o il “progressismo da limousine”, vale a dire una sinistra che si è ampiamente liberata di qualsiasi empatia per la classe operaia americana. Una sinistra che adora l’arte contemporanea, si identifica in cause esotiche e nella sofferenza delle minoranze ma disprezza i rednecks [bifolchi] dell’Ohio.” Cit.

Questo era Tom Wolfe, se vi capita leggete i suoi libri, ne vale la pena. Capirete qualcosa di più degli USA e non è poco, nel bene e nel male dobbiamo comunque fare i conti con loro.

 

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