La pagina Instagram di associazionerem si arricchisce di nuovi post e, di pari passo, su questo blog proseguiamo il viaggio dentro gli articoli della rivista che si trova in edicola e in libreria.
Oggi riportiamo tre estratti da interviste presenti su questo numero di REM: quella di Elena Cardillo a Carlo Montanaro, di Martina Romagnolo a Giovanni Boniolo e, infine, di Daniela Rossi a Maurizio Caverzan.

La storia dell’”Archivio Carlo Montanaro” e della “Fabbrica del Vedere” Elena Cardillo la tratteggia con lui, in una conversazione punteggiata da incursioni nelle stanze del civico 3857 e dalla visione straordinaria di un appassionato di materiali e tecniche con lo spirito da esploratore, un voyeur della bellezza in movimento che non è mai appagato, se non nell’istante di una conquista che apre un mondo, un altro ancora, e così via…

Carlo Montanaro (foto di Elena Cardillo)

(…) Cos’è l’”Archivio Carlo Montanaro” per Venezia?
“Venezia ha mille potenzialità. È la città della Mostra del Cinema, l’immagine di Venezia si è evoluta meccanicamente, dalle incisioni in poi. Nella città dove è stato inventato un mondo di immagini, che ha alle spalle i vedutisti e gli occhialeri (con i cannocchiali di Burlini) non c’è, per esempio, nessuna istituzione che si preoccupi della fotografia. Ma sono percorsi che dovrebbero essere mostrati e che l’Archivio ha: incisioni, camera oscura, vedute d’ottica, incisione da dagherrotipo, fotografia, stereoscopia, fino ad arrivare al cinema”.

Nel 2014 i materiali collezionati dall’Archivio prendono casa al civico 3857 in Calle del Forno a Cannaregio. Come nasce “La Fabbrica del Vedere”?
L’idea nasce nel 2012. Conoscevo Attilio D’Este che voleva trasformare la sua collezione in un museo, ma la quantità di materiale non era tale da poter competere con realtà italiane molto più corpose. Quando D’Este all’inizio del 2012 è morto, nel testamento esprimeva la volontà di non disperdere la collezione. Ho pensato che forse aveva senso unire la sua alla mia e ho contattato gli eredi.

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Giovanni Boniolo, presidente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, è un uomo affabile, simpatico, sorridente. È uno di quei professori, sostiene Martina Romagnolo che l’ha intervistato, che tanto hai sognato di incontrare nella tua carriera studentesca: uno che ti trasmette le nozioni con assoluta chiarezza ma con una leggerezza d’animo che profuma di altruismo e di amore per il sapere.

Giovanni Boniolo

(…) Come valuta questi suoi due anni di Presidenza dell’Accademia?
Il primo anno l’ho interamente speso a capire cos’è l’Accademia. Detta così suona un po’ assurdo, ma mi creda: l’Accademia è ricchissima di opere d’arte e di tesori, alcuni noti ma alcuni anche tutti da far conoscere. Ed è ciò che mi sta più a cuore: desidero aprire l’Accademia il più possibile. Vorrei che diventasse un luogo quotidiano vissuto dai cittadini. Desidero che se ne possano “impossessare” e la possano vivere godendo fino in fondo di ogni sua ricchezza. Perché, secondo me, l’Accademia è di Rovigo, ma è soprattutto dei rodigini, in primis.

Mi sta dicendo, quindi, che dobbiamo smettere di pensare all’Accademia come ad un posto d’”élite”?
Mi sembra il minimo! Desidero vedere l’Accademia trasformarsi nel “salotto buono” della nostra città dove ogni persona che vi entra (rodigino e non), possa sentirsi abbracciato dalla cultura e dalla bellezza senza averne timore, ma anzi sentendosi stimolato ed incuriosito. C’è sulla carta un progetto di Smart Open Library, in collaborazione con il Comune e la Fondazione Cariparo. Lo scopo di questo progetto è quello di creare un nuovo spazio fisico, reale in cui collocare una “biblioteca intelligente” aperta a tutti e sempre più usufruibile anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie multimediali. Questo ci permetterà di entrare in contatto più diretto con la cittadinanza, in modo da creare un’informazione mirata, puntuale e precisa anche di tutte le attività svolte dall’Accademia, che spesso vengono considerate solo “per pochi”. Desideriamo davvero arrivare al cuore delle persone, non solo per dar loro ciò che già abbiamo, ma anche per formulare proposte innovative basate sulle loro esigenze e le loro passioni. Se partirà questo progetto, mi creda: cambierà Rovigo. 

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È decisamente difficile identificare delle linee comuni a tutti gli scrittori e le scrittrici che Maurizio Caverzan ha intervistato in “Fabula veneta”. Si tratta di persone molto diverse tra loro. Ci sono generazioni e formazioni differenti, per non dire distanti. Qualcuno – pochi – è più risolto, qualcun altro più tormentato, qualcun altro ancora più narciso. Tutte sono persone profonde e sensibili. Alcune molto.

Maurizio Caverzan

(…) “Fabula veneta. Incontri con scrittori, editori e poeti”, un titolo molto suggestivo che potrebbe far pensare a una mappa della letteratura veneta dal secondo Novecento ai giorni nostri; sono “incontri” ed “editori” le due parole spia che chiariscono il taglio del libro?
Una mappa serve per orientare, obiettivo estraneo a questa antologia. Qui siamo in un ambiente disordinato nel quale, sì, la parola chiave è incontri. Faccio il giornalista e ho provato a farmi guidare dalla curiosità per provare a conoscere queste persone e raccontare che formazione hanno, come si sono avvicinate alla letteratura, come e quando hanno intuito di poter fare della scrittura la loro attività principale. Per provare a capire che tipi umani siano questi scrittori e scrittrici, editori, poeti. 

Qual è l’elemento che accomuna i protagonisti di “Fabula veneta”?
L’aver fatto della letteratura il centro di gravità permanente della loro esistenza. E, in secondo luogo, averlo fatto in un territorio definito.

Il territorio e la narrazione della sua trasformazione potrebbe essere un tratto tematico condiviso da tutti gli intervistati?
Certamente sì, questo angolo d’Italia che è il Veneto. Il racconto della sua trasformazione e dei suoi cambiamenti. Nel tentativo di andare oltre le formule propriamente giornalistiche – il Nordest, la locomotiva d’Italia, il Veneto operoso – nate da un approccio prevalentemente economico.

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REM è in vendita in tutte le edicole della provincia di Rovigo al prezzo di euro 2.50. E’ disponibile anche alla libreria Apogeo di Adria, alla Libreria Ubik e alla Libreria Il Libraccio di Rovigo. Si può ordinare online qui.

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