Bonaldo Giaiotti, un uomo d’altri tempi, professionalmente e per la personalità d’artista, nella sua lunga carriera seppe incarnare i più complessi personaggi riservati al basso, entrando a pieno titolo nell’Olimpo della lirica come una delle voci scure più importanti del secondo Novecento. Lo ricordiamo oggi, a due mesi esatti dall’improvvisa scomparsa, mettendo insieme qualche pensiero e prendendo spunto dalla bella pubblicazione che Rino Alessi gli ha dedicato e che lo stesso Giaiotti, insieme all’autore, ha presentato a Cavarzere lo scorso aprile, grazie al Circolo Tullio Serafin che ha inserito l’appuntamento nella sua Settimana Serafiniana. Fu un occasione per ripercorrere la carriera di Giaiotti e ricordare insieme a lui Tullio Serafin, direttore con il quale egli collaborò in più occasioni, tra esse la memorabile Aida del cinquantenario all’Arena di Verona, nel 1963.

Bonaldo Giaiotti. La voce del Friuli, edito da L’Orto della Cultura nel 2017, accompagna il lettore in un viaggio che lo porta a ripercorrere, insieme al protagonista, le principali tappe artistiche e professionali di una vita straordinaria, senza tralasciare qualche accenno alla sfera della quotidianità, capace di rendere la pubblicazione ancor più coinvolgente e di piacevole lettura. Nella presentazione Giorgio Vidusso ricorda la collaborazione con Giaiotti al Maggio Musicale Fiorentino per la messa in scena del primo Nabucco diretto da Riccardo Muti, del quale Bonaldo Giaiotti fu protagonista. Prende poi vita la narrazione a due voci, una sorta di duetto tra lo stesso Giaiotti e la moglie, il soprano Alice Weinberger, il tutto concertato con maestria dall’abile penna di Rino Alessi.

Il filo dei ricordi si dipana partendo dalla giovinezza e giungendo sino agli ultimi trionfi, arricchendosi anche di altre voci, quelle di alcuni testimoni diretti di ciò che Bonaldo Giaiotti ha rappresentato nel panorama operistico internazionale. Particolarmente interessante la testimonianza di Nello Santi, che diresse per la prima volta Giaiotti in una Lucia di Lammermoor a Zurigo nel ’59, al debutto del basso all’Opernhaus. Questi due grandi musicisti si ritrovarono poi a New York, al Metropolitan, dove molte furono le produzione che li videro trionfare insieme. Significative anche le parole di Carlo Bergonzi, il quale definisce Bonaldo Giaiotti “il più grande basso” della sua epoca. Il libro è arricchito da suggestive immagini che ritraggono Giaiotti nei panni dei personaggi che lo resero celebre, ricordati da Alessi in una specifica sezione dedicata al repertorio in cui vengono evidenziati i personaggi verdiani, quelli wagneriani e anche i ‘diabolici’. Preziose sono inoltre la ricostruzione della cronologia delle carriera di Giaiotti e della discografia di questo grande interprete, organizzata in diverse sezioni riservate ai vari compositori.
Rino Alessi, Bonaldo Giaiotti: la voce del Friuli, Pasian di Prato-Udine, L’Orto della Cultura, 2017.

Musical… Mente
Un luogo nel quale la musica trova spazio nel senso più ampio del suo significato, invita a guardare la realtà con occhi diversi, con occhi e mente illuminati dalla musica.
Nicla Sguotti risiede da sempre a Rottanova di Cavarzere, paese natale di Tullio Serafin. Si è laureata con il massimo dei voti in Lettere all’Università di Padova, indirizzo Storia della musica moderna e contemporanea, con una tesi sul celebre direttore d’orchestra, dalla quale ha preso vita il saggio “Tullio Serafin, il custode del bel canto”. Collabora con associazioni ed enti culturali in qualità di musicologa ed ha al suo attivo diverse importanti collaborazioni con musicisti e artisti di fama internazionale. È giornalista pubblicista e scrive per diverse testate venete. Per la sua instancabile opera di divulgatrice di cultura, e in particolare per il notevole lavoro di ricerca su Tullio Serafin, il 2 giugno 2017 è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferitale dal Capo dello Stato.