È una regia che si ispira alla tradizione quella di Ivo Guerra, fedele al libretto e alle indicazioni della partitura, che trae ispirazione dalla prima rappresentazione areniana di Rigoletto del 1928, come omaggio alle grandiose produzioni dei primi festival lirici. Sabato 1 luglio è andato in scena nell’anfiteatro veronese Rigoletto in un allestimento del 2003, ripreso più volte fino al 2013, in occasione del Festival del Centenario dell’Arena di Verona. La messa in scena si può definire tradizionale, una scelta evidenziata sia dalla scenografia, per lo più pittorica, ad opera di Raffaele Del Savio che riproduce sulle gradinate areniane l’aspetto rinascimentale della città di Mantova, sia dai ricercati costumi cinquecenteschi ricreati da Carla Galleri.
Titolo tra i più amati dal pubblico, Rigoletto deve il suo successo a una partitura capace di tracciare i caratteri psicologicamente complessi e sfaccettati dei personaggi, combinando la ricchezza melodica con la forza dell’azione scenica. Ne risulta un’opera in tre atti tanto grottesca quanto sublime, che ruota attorno al leitmotiv della maledizione, tema che ricorre dal preludio alla conclusione in una riuscita simbiosi di musica e testo. A conquistare il pubblico in Rigoletto, ieri come oggi, contribuisce il suo porsi, nella produzione di Verdi, come linea essenziale di divisione tra le opere “prime” e quelle che seguiranno, una posizione speciale, solitamente esemplificata nella straordinaria libertà formale delle varie scene.

Nella prima areniana di Rigoletto si ritrova un cast internazionale, diretto dalla bacchetta di Julian Kovatchev alla guida dell’Orchestra areniana, alla quale si aggiunge il Coro preparato da Vito Lombardi. Nel ruolo del titolo il giovane baritono mongolo Amartuvshin Enkhbat, al suo debutto areniano, del quale colpisce la voce ma che non brilla per espressività e presenza scenica. Doti che invece sono consone a Gianluca Terranova, artista al quale il pubblico veronese ha più volte tributato i propri applausi, che domina la scena e dà vita a un Duca di Mantova brillante e capace di emozionare, è lui il vero protagonista della serata areniana.

Solo per la rappresentazione del primo luglio il personaggio di Gilda è affidato a Elena Mosuc, interprete d’esperienza forse penalizzata da una regia un po’ troppo statica che non le permette di esprimere al meglio le sue potenzialità interpretative, è apparsa in certi punti un po’ affaticata. Pienamente convincente e a suo agio nella parte di Sparafucile il basso Andrea Mastroni, altrettanto buona la performance di Anna Malavasi nel ruolo di Maddalena.

A completare il cast Alice Marini in Giovanna, Nicolò Ceriani nel Conte di Monterone, Marco Camastra come Marullo, Francesco Pittari in Matteo Borsa, Dario Giorgelè nel Conte di Ceprano, Marina Ogii per la Contessa di Ceprano e Omar Kamata al suo debutto in Arena nel ruolo di Usciere di corte, come Lara Lagni nel Paggio della Duchessa.

Dopo la rappresentazione di sabato 1 luglio, Rigoletto torna in Arena nelle serate del 6, 14, 19 e 27 luglio, l’ultima data vedrà Leo Nucci nel ruolo del protagonista.
©Foto Ennevi/Fondazione Arena di Verona

Musical… Mente
Un luogo nel quale la musica trova spazio nel senso più ampio del suo significato, invita a guardare la realtà con occhi diversi, con occhi e mente illuminati dalla musica.
Nicla Sguotti risiede da sempre a Rottanova di Cavarzere, paese natale di Tullio Serafin. Si è laureata con il massimo dei voti in Lettere all’Università di Padova, indirizzo Storia della musica moderna e contemporanea, con una tesi sul celebre direttore d’orchestra, dalla quale ha preso vita il saggio “Tullio Serafin, il custode del bel canto”. Collabora con associazioni ed enti culturali in qualità di musicologa ed ha al suo attivo diverse importanti collaborazioni con musicisti e artisti di fama internazionale. È giornalista pubblicista e scrive per diverse testate venete. Per la sua instancabile opera di divulgatrice di cultura, e in particolare per il notevole lavoro di ricerca su Tullio Serafin, il 2 giugno 2017 è stata insignita dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferitale dal Capo dello Stato.