Una domenica diversa, soprannominata “domenica di carta”, il pomeriggio dell’8 ottobre scorso, con la presentazione del libro “Itinerari 1866, Luoghi, eventi e protagonisti del Risorgimento a Rovigo e Provincia”.

Apertura straordinaria dell’Archivio di Stato di Rovigo, per la presentazione dell’opera di Luigi Contegiacomo, con prefazione di Laura Fasolin e campagna fotografica di Gabriele Trevisan, seguita dal primo Quaderno dell’Associazione polesana della stampa “X luglio1866 l’Italia chiamò, Rovigo e il Veneto nel Regno d’Italia”, a cura di Maurizio Romanato.

“Itinerari 1866” è un viaggio nel tempo per riscoprire i luoghi, gli eventi ed i protagonisti del Risorgimento a Rovigo ed in Polesine, una provincia di confine con storie e testimonianze che attestano una continuità storica senza eguali nel territorio veneto.

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Rovigo è il primo itinerario: capoluogo della prima provincia liberata, è città ricca di memorie e monumenti affidati ai più importanti artisti del tempo.

Da Badia a Fiesso Umbertiano: Badia col suo Museo offre al pubblico rari cimeli garibaldini; Lendinara celebra Alberto Mario e Jessie White, due dei più importanti protagonisti del Risorgimento nazionale; Fratta Polesine covo dei carbonari Villa e Oroboni, primi martiri dello Spielberg; Fiesso Umbertiano ove ancora si ricorda la morte di uno dei Mille.

La Riviera del Po, da Occhiobello a Melara: un itinerario romantico lungo le rive del Grande fiume, Occhiobello sede della celebre battaglia; Ficarolo, un centro da cui partirono decine di volontari; Melara, paese natale del famoso garibaldino Bernini e di uno dei maggiori artisti che celebrarono l’epopea risorgimentale, Policronio Carletti.

Da Polesella a Crespino: Polesella dove visse una famiglia i Maneo, che ebbe tra i suoi membri una decina di patrioti e carbonari e fu sede del magistero di don Costante Businaro, prete e patriota della prima ora; Crespino, culla della Carboneria veneta, dove si trova piazza Fetonte, una delle più grandi d’Europa.

Da Ceregnano a Goro: uno tra i più suggestivi itinerari, che inizia dalla sede del Museo de ”la Boje”, tocca il centro di Adria, cittadina dalla vocazione ribelle, arrivando a Porto Tolle, dove ancora vive il mito di Ciceruacchio, fucilato con i suoi compagni nel 1849. Il percorso si conclude nelle paludi del Delta, tra risaie e valli, dove restano ancora vestigia della presenza austriaca.

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Luigi Contegiacomo, direttore dell’Archivio di Stato di Rovigo propone i cinque itinerari del Polesine risorgimentale con grande competenza storica, accompagnata da una sottile curiosità ed ironia che ti spingono a procedere nel percorso a piedi, in bicicletta come ha fatto la Fiab di Rovigo, (Federazione amici della bici), ed in auto quando le distanze sono maggiori.

Un turismo lento, ricco di storia e cultura, in un territorio dove mancava la grande aristocrazia e la borghesia industriale e restava una popolazione assente, estremamente povera, impegnata nella lotta contro la fame, la pellagra e le inondazioni fluviali, da sempre tristi compagne del locale popolazione.

Ben si presta la presentazione del primo Quaderno dell’Associazione polesana della stampa “X luglio1866 l’Italia chiamò, Rovigo e il Veneto nel Regno d’Italia”, a cura di Maurizio Romanato (Apogeo Editore), a completare la tematica risorgimentale.

Il volume ha l’intento di “aprire lo scrigno dei ricordi storici per consegnare ai giornalisti e ai lettori una cronaca di quegli avvenimenti e un dibattito sull’importanza di quei giorni… Una guida per comprendere e non dimenticare”.

Benvenute quindi queste domeniche di carta, che portano luce a periodi di cui si conosce relativamente poco, che ci fanno apprezzare centri storici, palazzi, monumenti e fortificazioni, patrioti ed eroi della nostra storia passata.

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