Si avvia a conclusione stasera il festival “Tra ville e giardini”. Dopo una serata dedicata al tango a Boccasette, si chiude a Fratta Polesine con il concerto di Giuliano Palma, che porta in Polesine il suo “Groovin'” tour.
Domenica è toccato al giardino di Tenuta Restelli a Boccasette – uno dei tre giardini storici romantici del Polesine progettati dal celebre architetto Jappelli – ospitare il concerto spettacolo dell’ensemble italo-argentino Tango Spleen e la raffinata esibizione dei maestri argentini Margarita Klurfan e Walter Cardozo.
L’atmosfera è proprio di “spleen”, quella sorta di nostalgia e struggimento, di difficile traduzione. Un concerto, dunque, che ha messo al centro l’emozione. Ad esibirsi Mariano Speranza al pianoforte e voce, Francesco Bruno al bandoneon, Andrea Marras al violino e Daniele Bonacini al contrabbasso, ovviamente con un repertorio che affonda le radici nel tango, musica passionale, da ballo, fusione di folklore argentino e tradizioni musicali di immigrati di ogni parte del mondo, tra cui italiani.
Cos’è un tango? “Ci facciamo spesso la stessa domanda – risponde Andrea Marras, violinista del Tango spleen – Per me è la natura ritmica degli accenti, per altri le armonie, che sono semplici, ma entrano nel cuore. Si può dire che il tango è un codice armonico”. “Tango è un linguaggio – aggiunge il maestro Speranza – C’è un codice nell’arrangiamento, è un modo di interpretare le note scritte, è il modo di suonare che è tanguero: è come parlare un dialetto“.
“Per questo sostituire un musicista non è facile – spiega Francesco Bruno maestro di bandoneon – non basta trasmettergli gli spartiti”. “Suonare tango è un percorso lungo, – conclude, infine, nuovamente Speranza – molto codificato, appunto perché bisogna imparare il linguaggio, non è una questione di difficoltà tecnica, ma di gesti, altrimenti… non suona tango”.
Vastissimo il repertorio del quartetto, tra tango, milonga, vals, chacarera, zamba, spaziando da autori noti a meno noti: brani del folklore argentino cantati dalla voce vibrante di Mariano Speranza come “Que nadie sepa mi sufrir”, un vals peruviano portato al successo da Edith Piaf nel 1957 col titolo “La foule”, brani originali composti da Speranza come “Todo es amor”, un tango melodioso che ha dato il titolo al concerto, o “Milonga Shupi”, vincitrice di un concorso musicale nel 2010.
E ancora musiche sospese tra ricordi ed emozioni come “Lagrimas y sonrisas”, sottolineata da due straordinari Margarita Klurfan e Walter Cardozo, ballerini argentini, che scivolavano sulla pista, eleganti, raffinati, tecnici, perfetti nei movimenti, rapidi e precisi. A fine serata, anche il pubblico è sceso sulla pista per ballare.
Stasera si chiude e tocca niente meno che a Giuliano Palma, cantautore e frontman dei Bluebeaters, che sarà a Fratta Polesine, dalle 21.30 a Villa Badoer. Il curriculum di Giuliano Palma è noto e di tutto rispetto: grande voce, grandi performance da solista, groove da vendere, noto per le straordinarie versioni di monumenti musicali anni ’60 e ’70 rivisitati in chiave ska, si esibirà nei brani che lo hanno reso celebre e nei nuovi titoli dell’ultimo album da solista, “Groovin’”.

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