Lirismo e perfezione formale i suoi scatti tra chiarezza dei contorni, forza dei contrasti d’ombra e luce. Non un Delta del Po con paesaggi maestosi, ma una ricerca costante verso ciò che appare piccolo o insignificante. Il filo d’erba, un ramo riflesso nell’acqua, una foglia nel fango diventano poesia che ancora vibra, un inno d’amore sussurrato, pieno di pudore – sicuramente per pochi – che arriva e continua ancora ad arrivare.
Scrive, nella prefazione, l’amico Riccardo Bacchelli:
“Ma è soprattutto nell’universo in miniatura degli oggetti sospesi e isolati nella nebbia, è nelle rappresentazione di atmosfere rarefatte, immateriali e immemori della presenza dell’uomo che Null lascia trasparire tutto il suo trasognante epicureismo naturalistico, amante di rare e delicate solitudini” .
Biografia
Harold Miller Null nacque nel 1916 a Filadelfia, Pennsylvania. In giovinezza intraprese studi di medicina, in seguito interrotti, viaggiò molto sia nel suo paese che all’estero. Nel 1956, su invito di alcuni amici, visitò la Val Padana dove sarebbe poi tornato per diverse volte. Qui realizzò una serie di fotografie che più tardi sarebbero state raccolte nel libro “RIVA DI PO“, libro pubblicato a Verona nel 1965 e contenente 56 fotografie in bianco e nero scattate lungo il Po nel periodo che va dal 1956 al1961. Nello stesso periodo una sua mostra personale fu presentata da Renato Guttuso. Si stabilì in Umbria dove si dedicò all’amministrazione di una piccola impresa agricola nei pressi di San Martino dei Colli, continuando però a lavorare come fotografo, seppur in modo più discontinuo. Nel 1990 Ferrara ospitò due mostre in contemporanea: “Riva di Po” a Casa Cini e “Vibrazioni” al Palazzo dei Diamanti. Morì nella sua casa di campagna a San Martino dei Colli, nel novembre del 1996.
Le fotografie di Null sono state utilizzate per illustrare libri e sono apparse in molte riviste. Le sue opere sono presenti nelle collezioni permanenti del Museo d’Arte Moderna e del Metropolitan di New York, nei musei d’arte di Filadelfia e Cleveland.
La foto di copertina è tratta dal volume Riva di Po, Edizioni Valdonega, con prefazione di Riccardo Bacchelli.

A PERDITA D’OCCHIO
Usando il linguaggio silenzioso della fotografia, passi di luce per immergersi nella nostra terra, ma anche per ricordare i tanti fotografi che l’hanno attraversata e che ancora l’attraversano. Perché il nostro sguardo non sia furtivo, rapace e fagocitatore, ma l’esperienza del guardare sappia diventare sintesi armoniosa fra la vista e la mente e dove la memoria individuale si fonda con la storia. Lo scopo? Ghirri, riferendosi a Walker Evans, uno dei fotografi che più amava, definiva la fotografia come “carezze fatte al mondo”. Ecco lo scopo: dare un significato più fecondo al mondo. Anche al nostro Delta, anche a noi stessi.
Rachele Claudio è appassionata di fotografia.