Ultimi giorni per visitare al Museo Nazionale Atestino la mostra della fotografa Vivian Maier, piccolo gioiello di scatti nel paese originario della madre, il Champsaur nel dipartimento francese delle Alte Alpi, e altre fotografie in formato quadrato fatte a New York con la sua Rolleiflex ed un apparecchio Leica IIIc.
Vivian nasce nel 1926 da madre francese e padre austriaco nel Bronx, a New York, ma passa gran parte della sua infanzia in Francia con la madre. Nel 1949, quando ancora si trova in Francia, si avvicina alla fotografia con una piccola Kodak Brownie, una macchina fotografica per amatori con un unico tempo di scatto, con messa a fuoco ed apertura di diaframma fisse.

Nel 1951 ritorna negli Stati Uniti dove inizia a lavorare come baby-sitter, impiego che porterà avanti per il resto della sua vita. Nel 1952 compra una Rolleiflex e fino al 1956 lavora per la stessa famiglia a New York, finché non decide di trasferirsi a Chicago, dove trova lavoro presso una nuova famiglia, con tre bambini, e sperimenta il lusso di avere una camera oscura che allestisce nel bagno privato di cui dispone.

Questo le permette di sviluppare i rullini in bianco e nero e di stampare le sue fotografie; quando i bambini crescono è costretta a cercare un nuovo impiego, perdendo così la possibilità di sviluppare e stampare in autonomia le proprie immagini. Scatta centinaia di migliaia di fotografie senza mai mostrarle a nessuno.

Comincia quindi a muoversi da una famiglia all’altra, accumulando grandi quantità di rullini non sviluppati; negli anni Ottanta la mancanza di lavoro e l’instabilità finanziaria sono un freno alla sua produzione fotografica; tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del Duemila smette definitivamente di fotografare e sistema in un deposito la sua collezione di libri e giornali, pellicole e stampe.

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Il suo archivio è posto sotto sequestro e messo all’asta nel 2007 per il mancato pagamento dell’affitto del magazzino nel quale è depositato in scatoloni di cartone e viene acquistato da John Maloof, scrittore e Street photographer, appassionato di collezionismo e storia di Chicago, sua città natale.

Poco si sa della sua vita, non ha famiglia, viaggia molto, ed alcuni dei bambini di cui si prende cura alla fine si occuperanno di lei, provvedendo al suo sostentamento, negli ultimi anni di vita.

Nel 2008 Vivian Maier scivola sul ghiaccio sbattendo violentemente la testa, la sua salute si deteriora nel giro di breve tempo e viene ricoverata in una casa di riposo, dove muore nell’aprile del 2009, all’età di ottantatrè anni, lasciandoci un immenso e prezioso archivio di fotografie.

Oggi possiamo ammirare queste splendide fotografie anche vicino a noi, a Este, dopo le mostre di Milano e Monza, scattate in street photography, rubando attimi di vita, volti, situazioni ora irripetibili nella nostra quotidianità.

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