Sono perplesso, c’è una straordinaria levata di scudi per il grottesco museo nostalgico del lido di “punta canna” (il nome sarà freudianamente inno all’italica virilità?), un fenomeno sicuramente censurabile ma che ha generato uno “stracciamento di vesti” davvero degno di miglior causa.
Il gigante di Rignano non perde tempo e tuona ovvietà da quella sorta di buen retiro che sembra essere per lui la segreteria PD, del resto chi fa degli slogan e del nulla il suo programma politico deve pure cogliere queste ghiotte occasioni. Il problema è che questo lider minimo sconvolto dal pericolosissimo bagnino in camicia nera però non si scandalizza a fare patti con un tal Silvio Berlusconi, che non avrà palesato nostalgie del ventennio (non apertamente) ma ha fondato il partito per la mafia, ha evaso qualche miliardo di €uro, ha istituzionalizzato la prostituzione a Palazzo Chigi, ha coltivato un livello di corruzione senza precedenti e ha portato in parlamento personaggi del calibro di Razzi o Giggino a Purpetta.
Evidentemente l’elettorato PD ha bisogno di feticci, come per i riti voodoo.

L’ESTUARIO DEL PO. Cronache non necessariamente conformiste. Mario Bellettato è nato ad Adria nel 1956. Dopo gli studi classici e la laurea in giurisprudenza ha intrapreso una carriera manageriale che lo ha portato a lunghe permanenze all’estero. Ha lavorato come copywriter per alcune agenzie di pubblicità e si è occupato di formazione per l’Unione Europea. Ha pubblicato i romanzi “Il sognatore” (2015) e “Due perle” (2020).