Eudemonia, una nuova rubrica per essere (un po’) più felici
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Eudemonia, una nuova rubrica per essere (un po’) più felici

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Eudemonia, una nuova rubrica per essere (un po’) più felici

Penso che tutti, perlomeno quelli sani di mente, desideriamo essere felici nella vita. Risolti bisogni basilari come mangiare, dormire e vivere in un luogo sicuro, ogni nostra azione, se ci pensiamo, è orientata a raggiungere uno stato d’animo migliore. Il sabato sera usciamo in compagnia per divertirci, oppure lo passiamo in casa per ritrovare un po’ di serenità. Facciamo sport per sentirci più in forma e scaricare in modo sano le nostre energie, altre volte ci abbuffiamo di cibo spazzatura o passiamo ore sui social per ricevere una gratificazione immediata.

Divertimento, serenità, soddisfazione, gratificazioni e piacere sono tante strade che, per quanto ne sappiamo, dovrebbero portarci ad essere più felici. Eppure non è così semplice, altrimenti a quest’ora staremmo tutti scoppiando di felicità.

Il cammino che porta alla felicità (ammesso che questa sia la meta e non il cammino stesso) è qualcosa su cui l’essere umano si interroga da millenni. Stranamente al giorno d’oggi sembriamo avere poca o nessuna cultura sul come essere più felici; il massimo che sappiamo sull’argomento, di solito, deriva dalle frasi fatte che vediamo sui social.

Paradossalmente viviamo in una società che offre molte opportunità di essere felici, probabilmente come mai prima d’ora, ma allo stesso tempo vi è un crescente rumore di fondo che rende difficile riconoscere e cogliere queste opportunità.

Vorrei proporre quindi un primo passo retrospettivo per comprendere meglio cos’é questa tanto agognata felicità, la quale dipende molto dalle nostre azioni, ragion per cui è utile imparare a conoscerla.

Nella filosofia occidentale si sono sviluppate due prospettive molto importanti sulla felicità: l’edonismo e l’eudemonismo

L’edonismo deriva dal greco hedone (”piacere”) e, come suggerisce il nome, presuppone che un essere umano sia più felice quanto più si circonda di piaceri, prospettiva che per questo è stata più volte criticata. Esistono varie forme di edonismo, da quella più virtuosa di Epicuro alle più decadenti forme di libertinaggio.

La moderna psicologia assume una posizione cauta nei confronti della ricerca del piacere, ritenendo che anch’essa sia un aspetto importante della realizzazione dell’individuo. A fare la differenza, probabilmente, è come sappiamo gestire queste esperienze.

La seconda prospettiva è quella dell’eudemonismo, anch’essa derivante dal greco: eu (bene) e demonìa (sorte). Nella concezione socratica l’eudemonia, che oggi potremmo intendere come ben-essere, si realizzava attraverso un comportamento razionale orientato alla virtù. Secondo il filosofo, una volta conosciuto ciò che era “bene”, era impossibile astenersi dal perseguirlo e realizzare quindi la serenità dell’animo.

Una disciplina molto importante nella promozione del benessere, la psicologia positiva, ritiene sia fondamentale per il raggiungimento del benessere (e la riduzione della sofferenza) la coltivazione delle proprie risorse individuali. In inglese si usa il termine flourishing, ovvero “fioritura”, proprio per indicare l’autorealizzazione, intesa come il raggiungimento di una piena, soddisfacente e personale funzionalità.

Avremo modo, nel corso del tempo, di esplorare questi argomenti assieme ad altri affini tra i quali l’ottimismo, la gratificazione, il perdono e via dicendo. Ovviamente in questa sede non mi è concesso dilungarmi troppo, pertanto il mio obiettivo è far nascere una genuina curiosità che vi spinga ad approfondire autonomamente l’argomento. Vi ricordo che questa nuova rubrica conterà un nuovo episodio il primo mercoledì di ogni mese!

Nel frattempo, potete scoprire qualcosa di più sulle emozioni.