Il misterioso caso estivo della Gatto Trasporti
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Il misterioso caso estivo della Gatto Trasporti (parte 3)

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Il misterioso caso estivo della Gatto Trasporti (parte 3)

Capitolo 3. L’arte perfetta di congestionare il traffico


Riassunto dell
e precedenti puntate: in un’estate di follia – in cui la società dei treni causa volontariamente disservizi nel periodo turistico – anche sulle strade non ce la si passa bene. E un automobilista inizia ad accorgersi che tutti i tir e i pullman che sorpassano a cazzo in autostrada, causando ingorghi insensati, sono di proprietà della ditta Gatto Trasporti. Che ci sia un filo conduttore?

Teoricamente – ne converrà anche il più pignolo lettore – una ditta che si chiama Gatto Trasporti può non essere guidata da un gatto, ma si occuperà quanto meno di trasporti.

Allora perché il nome di quella società compariva sul cartello di un cantiere stradale?

Esatto: non su un mezzo di trasporto, ma sul cartello giallo che segnalava i lavori in corso. La cosa saltava parecchio all’occhio, visto che, tra l’altro, all’interno del cantiere non c’era un solo mezzo in movimento. Anzi, notò Giovanni, non c’era proprio nulla: né mezzi, né esseri umani, né gatti.

Possibile che se ne fosse accorto solo lui?

Il cantiere in questione coincideva con il restringimento di corsia lungo una superstrada toscana, che aveva costretto diverse decine di automobilisti a dimezzare la velocità e mettersi buoni buoni in paziente coda, allungando i tempi di percorrenza non di poco. Non importa qui citare quale fosse la strada e in che punto si trovasse il cantiere, perché – come Giovanni ebbe modo di constatare in un viaggio di appena pochi giorni – la situazione si ripresentava identica in una dozzina di altre circostanze, in strade e perfino autostrade di regioni diverse: sul più bello, una serie di cartelli gialli annunciava improvvisi restringimenti di corsia per cantieri in corso, all’interno dei quali ferveva tuttavia la più totale immobilità. Alcuni, anzi, erano addirittura deserti.

Tutto questo avrebbe potuto essere spiegato in centomila maniere, almeno in quella patria di santi, poeti, navigatori e cazzari che è l’Italia. Ma quel nome, Gatto Trasporti, replicato all’infinito su autotreni e corriere e furgoni e cantieri autostradali, ormai non si schiodava più dalla testa di Gianni. Che, come tutti i complottisti, fu preso dall’ossessione di vederci chiaro. E come tutti i complottisti si improvvisò giornalista investigativo. Facendo una serie di scoperte mica male.

Ne anticipiamo qui solo una: proprio la primavera prima di quell’estate di trasporti impazziti, la Gatto Manutenzioni – ditta controllata indovinate un po’ da quale altra società – aveva vinto l’appalto per le manutenzioni (lo dice il nome) della rete ferroviaria che in quei mesi regalava ai turisti viaggi con cento, centoventi minuti di ritardo. E non finisce mica qui…

Continua…