Il misterioso caso estivo della Gatto Trasporti (parte 5)
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Il misterioso caso estivo della Gatto Trasporti (parte 5)

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Il misterioso caso estivo della Gatto Trasporti (parte 5)

Capitolo 5. Quando non sai come andare avanti, esci

Riassunto delle precedenti puntate: Giovanni, un tizio qualunque, è convinto che dietro alle code in autostrada, ai treni in ritardo e a molti altri casini estivi ci sia la misteriosa ditta Gatto Trasporti con le sue consociate. Sarà vero? Purtroppo la sua indagine arranca…

“Ho appena iniziato e non so già più come andare avanti”.

Giovanni aveva l’improvvisa voglia di lanciare il portatile contro il muro. Respirò profondamente e si concentrò sul numero di rate che sarebbe occorse per ricomprarlo con il suo modesto e incerto reddito da piazzista di surgelati.

Quando non sai come andare avanti, esci, si disse. Aveva regalato l’ultimo pacco di sale grosso alla vicina e in generale la sua dispensa era desolata come un inverno russo. Tanto valeva perdere un po’ di tempo al supermercato. Almeno si sarebbe goduto l’aria condizionata.

Si infilò nel solito gorgo di rotatorie, attraversando un frattale di quartieri residenziali tutti uguali, per giungere infine ad un agglomerato di smorti prefabbricati circondati da una piana di asfalto, in cui agonizzavano rachitici alberelli: bentornato al centro commerciale.

La temperatura del supermercato era venti gradi inferiore a quella del parcheggio esterno. Forse per questo la gente all’interno si aggirava intirizzita e intontita, intralciando le corsie con i carrelli che andavano riempiendosi fino all’orlo. Giovanni a far la spesa si annoiava e non capiva perché mai uno dovesse passare quarti d’ora in contemplazione delle infinite marche e varietà di biscotti, specie alla sua età, quando sapeva bene quali fossero i suoi biscotti preferiti e l’idea di provarne di nuovi non gli trasmetteva alcun brivido.

Sbrigò dunque la pratica nel minor tempo possibile, gettando nel carrello le cose essenziali per sopravvivere, ossia tutto ciò che fosse utile per mangiare, bere, puzzare il meno possibile e nettarsi dopo aver evacuato.

Dato che alle casse automatiche temeva di fare figure da baby boomer alle prese con la tecnologia, optò per la buona vecchia cassiera umana, anche se c’era più coda. La coppia di anziani davanti a sé aveva accatastato nel carrello una quantità di viveri sufficiente per riempire un bunker antinucleare. Sbuffavano, spazientiti, perché all’inizio della coda una vecchia contava monetine con la lentezza di un bradipo.

Aveva comprato una mozzarella, due yogurt e tre pacchi di pasta, che era in offerta - totale: 4 euro e sessantaquattro centesimi - e attualmente aveva depositato sul piano della cassa tre euro e novantotto centesimi suddivisi in tre monete da cinquanta centesimi, otto da venti centesimi, quattro da dieci centesimi, cinque da cinque centesimi e un groppo di ramini da un centesimo. La cassiera attendeva con aria indifferente.

Dietro a Giovanni si era formata una coda disordinata, che non sapeva più come disporsi nel poco spazio davanti alle casse. Qualcuno si affacciava per vedere cosa stesse accadendo. Giovanni fece altrettanto: la vecchia si voltò verso di loro e sorrise gentile, poi si fermò un istante, riprese a contare. Rimettendo via il borsellino, spostò il braccio che copriva la borsa di tela appesa alla spalla, scoprendo un logo dalla forma felina ormai familiare: sopra, però, c’era scritto “Gatto Moda”.

Continua…