In Pescheria Nuova a Rovigo una mostra sull'Arte grafica in Polesine
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In Pescheria Nuova a Rovigo una mostra sull'Arte grafica in Polesine

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In Pescheria Nuova a Rovigo una mostra sull'Arte grafica in Polesine
Il programma dell’Ottobre Rodigino 2023 ospita tra le tante manifestazioni la mostra dal titolo “L’ Arte Grafica nel Novecento Polesano”, patrocinata dal Circolo Polesano degli Amici dell’Arte. La presidente Federica Panziera ha aperto con il suo intervento l’inaugurazione di lunedì 23 ottobre.
La mostra, con la curatela scientifica di Alfredo Sigolo e la collaborazione di Mihran Tchaprassian (due degli autori con Paola Pizzamano del recentissimo "Dizionario degli artisti del Polesine" pubblicato da Apogeo Editore), si configura come una rassegna sulla produzione grafica d’arte in Polesine attraverso il secolo scorso, fino ai nostri giorni. Nella sede espositiva troviamo esposta una significativa selezione di opere di artisti del nostro territorio che si sono espressi con particolare efficacia nelle tecniche artistiche a stampa, che hanno origini nobili e antichissime.
Il Polesine è una terra che vanta figure di assoluto rilievo nel campo della grafica, basti pensare ad Angelo Prudenziato e Marisa Occari per l’acquaforte o a Gino Pinelli, i fratelli Fioravanti o Ermes Simili per la xilografia e la linoleografia, ma anche Gabbris Ferrari, Paolo Gioli o Gian Paolo Berto, per restare alle personalità più note, hanno saputo esprimersi con grande incisività nelle tecniche grafiche. La mostra è anche un viaggio ideale lungo i percorsi dell’incisione e della stampa d’arte, che permetterà di apprezzare le caratteristiche delle diverse tecniche, i linguaggi peculiari, e l’utilizzo che gli artisti ne hanno fatto, sia nelle forme tradizionali che sperimentali.
In un tempo nel quale l’immagine è diventata pervasiva, in cui ciascuno di noi racconta in modo compulsivo la propria quotidianità attraverso gli smartphone e i social network, la serialità a tiratura limitata della grafica d’arte ci appare come qualcosa di prezioso, nel quale la tradizione spesso si associa a linguaggi di sorprendente modernità.
Artisti internazionali come Andy Warhol hanno trovato nella grafica la loro più profonda identità, ma anche in Italia abbiamo esempi come Burri o Vedova, per non dire Morandi, le cui opere multiple sono molto ricercate dai collezionisti. I temi classici della civiltà fluviale polesana ricorrono nell’esposizione rodigina, interpretati secondo approcci originali, intimi o minuti, che invitano lo spettatore a soffermarsi alla scoperta di aspetti nascosti del paesaggio o avventurarsi nelle profondità dell’animo umano. Oltre ai soggetti tipicamente polesani, sono rappresentati anche temi di altra natura, che mostrano aspetti inediti della ricerca degli artisti, e che si spingono fino all’astrazione, con risultati di grande efficacia.
Il Circolo Polesano degli Amici dell'Arte ha ringraziato gli enti e i privati cittadini che hanno acconsentito al prestito delle opere. La mostra è aperta fino al 28 ottobre dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 16.30 alle 19.30.

Ecco tutti gli artisti presenti in Mostra:

Ilario Bellinazzi  (Ferrara, 1940 – Roma, 2013), diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo di Bruno Saetti per la pittura e di Mario Guadagnino e Francesco Magnolato per l’incisione. Nel 1967 ha iniziato l'attività incisoria, prediligendo l'acquaforte e l'acquatinta. E' stato paesaggista e vedutista con uno stile espressionista.

Tiziano Bellinello (Rovigo, 1939-1991), insegnante di educazione tecnica, si è espresso con efficacia nell'acquaforte. E' stato artista di grande sensibilità e capacità d'invenzione nel genere del paesaggio, ma anche di indole schiva, molto restio ad esporre in pubblico le sue opere.

Gianpaolo anche Gian Paolo Berto (Adria, 1940 – Roma, 2022), esordì giovanissimo nel 1956 con una personale alla Piccola galleria del Polesine di Livio Rizzi. Ha insegnato tecniche dell'incisione all'Accademia di Belle Arti di Macerata e poi a quella di Roma, dove si stabilì definitivamente. Sue antologiche si sono tenute a Rovigo, nel 1979, e ad Adria nel 2003. La sua attività eclettica e visionaria è costellata da innumerevoli mostre personali e collettive. Nel 1991 ha preso parte alla collettiva Nati sotto Fetonte.

Aldo Bianchini (Venezia, 1896 – Rovigo, 1985), iniziò l’attività artistica dopo la seconda guerra mondiale sotto la guida di Angelo Prudenziato, specializzandosi nella tecnica dell’acquaforte, nella quale dimostrò grande talento ed invenzione. Ha allestito varie personali e partecipato a premi e collettive. Nel 1990 l’Accademia dei Concordi di Rovigo gli ha dedicato una retrospettiva curata da Antonio Romagnolo.

Loredana Breseghello (Sant’Elena d’Este -PD, 1930 – Rovigo, 1986), figlia di Gisella Breseghello, si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Venezia; è stata insegnante di discipline artistiche a Rovigo e di disegno. Ha sviluppato uno stile figurativo prediligendo il soggetto della natura morta e le composizioni floreali. Si è espressa anche nelle tecniche di incisione all'acquaforte.

Gabbris Ferrari (Rovigo, 1937-2015), ha frequentato il Liceo Artistico a Venezia e l’Accademia di Bologna. Negli anni '60 e '70 ha intrapreso un’intensa attività pittorica esponendo in varie mostre. Dagli anni '70 si dedica al teatro, realizzando scene e costumi per importanti produzioni. Ha diretto l’Accademia di Belle Arti di Urbino ed ha insegnato scenografia all'Accademia di Venezia. Ha colto le istanze delle correnti artistiche del '900, contaminandole e rielaborandole. Nel 1991 è incluso nella collettiva Nati sotto Fetonte.

Jessica Ferro (Dolo -VE, 1992), dopo il diploma al Liceo Artistico ha frequentato l'Accademia di Bologna. Ha partecipato a diverse collettive e personali in Italia e all'estero. Vive a Rosolina, insegna Tecniche dell'incisione e Grafica d'arte all'Accademia di Bologna e Tecniche e tecnologie delle arti visive all'Accademia di Ravenna. La sua ricerca è concentrata prevalentemente sulla natura e combina antiche tecniche incisorie con tecniche miste, utilizzando diversi supporti.

Ervardo Fioravanti (Calto, 1912 – Ferrara, 1996), studiò alla scuola d’arte di Castelmassa e si perfezionò della litografia e xilografia all'Istituto per l’Illustrazione del Libro di Urbino. Richiamato alle armi, nel 1943 fu fatto prigioniero e trasferito nel campo di prigionia di Herford in Texas. Rientrato in Italia, nel 1946 diventò insegnante all’Istituto d’Arte di Urbino. Espose a Rovigo nel 1952 alla Mostra della Ricostruzione. Trasferito a Ferrara, insegnò e diresse l’Istituto d’arte Dosso Dossi. Nel 1991 fu incluso nella mostra collettiva Nati sotto Fetonte. Artista versatile, seppe rappresentare con grande sensibilità la popolazione rurale polesana.

Estevan Fioravanti (Calto, 1919 – Rovigo, 1981), fratello di Ervardo, si è specializzato nelle Tecniche Incisorie all'Istituto d'arte di Urbino. Dopo un breve soggiorno a Venezia, dove ha insegnato nella sezione di Calcografia all'Istituto d'arte, si è stabilito a Rovigo, dove è stato docente presso gli Istituti professionali e alle scuole medie. Fu pittore, illustratore e abile incisore nelle tecniche dell'acquaforte, xilografia e linoleografia, con uno stile vibrante e ardente. Nel 1977 pubblicò una raccolta di cinquanta incisioni dal titolo Fanciulle, dai forti accenti espressionisti.

Osvaldo Raffaele Forno (Rovigo, 1939), si è diplomato all’Istituto d’Arte di Castelmassa ed ha insegnato all’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara. Dal 1961 è presente in numerose rassegne d’arte italiane ed ha partecipato alla Biennale di Venezia. Negli anni Sessanta si è dedicato all’incisione su linoleum per poi specializzarsi nell’incisione calcografica. Dal punto di vista stilistico ha studiato l'evolversi della ricerca del Novecento fin dalle Avanguardie storiche, cogliendone gli spunti necessari per elaborare un proprio linguaggio.

Antonio Ghezzo (Rosolina, 1915 – Treviso, 1997), ha partecipato alla Biennale Triveneta di Padova e nel 1961 ha esposto alla Prima Mostra d'arte Triveneta al Salone del Grano della Camera di Commercio di Rovigo, È stato attivo prima nel veneziano a Malamocco e poi a Favaro Veneto, dove si era trasferito nel 1964. Si è dedicato prevalentemente al paesaggio con uno stile realista, conducendo una ricerca che lo portò ad esplorare anche i territori dell'astrazione.

Paolo Gioli (Sarzano di Rovigo, 1942 – Lendinara, 2022), introdotto all'arte dallo scultore Virgilio Milani, si formò alla Scuola Libera di Nudo di Venezia. Dedito alla pittura, dopo un viaggio negli Stati Uniti intraprese un'originale ricerca nel campo della fotografia e dell'immagine in movimento. che lo portò a raggiungere la fama internazionale. La sua indole sperimentale muove dalla manipolazione delle tecniche di ripresa meccaniche e analogiche, che declina con tecnica modernista e con esiti concettuali e filosofici. Agli inizi degli anni '70  efficacemente le sue ricerche anche nel campo dell’incisione litografica e serigrafica.

Spartaco Greggio (Mantova, 1893 – Milano 1979), originario di Mantova, si trasferì a vivere a Rovigo. Fu allievo di Gaetano Previati e nel 1920 tenne la sua prima personale a Rovigo, a Palazzo Angeli. Si dedicò alla pittura, alla grafica e all'illustrazione, con uno stile eclettico. Il suo Polesine ci appare come un luogo remoto e onirico. Trasferitosi a Milano si dedicò con successo all’attività di illustratore e cartellonista, valorizzando la sua versatilità ed ironia.

Bruno Luppi detto Nano Luppi (Calto, 1935-2003), diplomato all’Istituto d’Arte di Castelmassa, ha poi frequentato i corsi di Carlo Dalla Zorza all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Pittore e incisore, la sua produzione si articola in cicli, tra i quali un posto di rilievo occupano i cosiddetti Pani, composizioni simboliche di tipici pani ferraresi che l'artista usa come espediente per denunciare la violenza e gli orrori delle guerre, traendo ispirazione da fonti letterarie come il racconto Il muro di Jean Paul Sartre. Nel 1991 ha preso parte alla mostra collettiva Nati sotto Fetonte.

Tarcisio Marchiori (Lendinara, 1953), ha studiato a Venezia alla Scuola Internazionale di Grafica, allievo di Nicola Sene e Riccardo Licata, e perfezionandosi presso la stamperia Il Torchio di Diego Cattarin. In seguito si è diplomato a Firenze all’Istituto per l’Arte e il Restauro. Ha frequentato inoltre l’Università Internazionale dell’Arte di Venezia, dove è stato docente. Ha insegnato anche all’Istituto Veneto per i Beni Culturali di Venezia, di cui fu tra i fondatori. Nell'acquaforte interpreta il paesaggio polesano con accenti lirici ma si dedica anche all'astrazione.

Antonio Mastropietro (Rovigo, 1948-1996), diplomato all’Istituto d’Arte Dosso Dossi di Ferrara, nel 1972 aprì uno studio a Rovigo in via X Luglio e, poco dopo la galleria d’arte L’incontro, che divenne un luogo di ritrovo e di promozione artistica. Le sue opere si caratterizzano per tematiche esistenzialiste e atmosfere metafisiche. Si è dedicato a vari soggetti, sviluppando un personale linguaggio analitico. Nel 1991 ha preso parte alla collettiva Nati sotto Fetonte.

Giorgio Mazzon (Rosolina, 1948 – Porto Viro, 2017), artista autodidatta e creativo attivo in vari ambiti. Agli esordi lavorò alla vetreria artistica Fucina degli Angeli di Egidio Costantini a Venezia. Negli anni '80 fondò a Rosolina, con la moglie, il laboratorio di artigianato artistico Il Barattolo, che ha esportato nel mondo le sue creazioni ispirate alle tradizioni lagunari. Nella sua produzione sono di particolare rilievo le forme totemiche realizzate assemblando legni raccolti dalle golene del Po o lungo le spiagge, denominate Guerrieri. Dal 1968 ha avuto un'intensa attività espositiva.

Carolina Marisa Occari Zampini (Stienta, 1926 – Ferrara, 2014), studiò all’Istituto d’Arte di Ferrara, al Liceo Artistico di Venezia e all’Accademia di Bologna, allieva di Giorgio Morandi e Giovanni Romagnoli. Stabilitasi a Ferrara, nel suo lavoro ricorrono i paesaggi fluviali della terra d'origine. Si distingue per il virtuosismo e il minuzioso chiaroscuro, evidente nelle acqueforti. Celebre la serie di disegni dal vivo delle terre polesane alluvionate nel 1951, presentati alla mostra sulla Ricostruzione nel 1952. Ha partecipato a numerose esposizioni ed ottenuto premi prestigiosi. Nel 1991 ha preso parte alla collettiva Nati sotto Fetonte.

Frida Osti, ossia Alfrida Franceschetti Osti (Cavanella Po, 1924 – Rovigo, 1991), frequentò l'Accademia di Brera di Milano e fu allieva di Duilio Korompay. Stabilitasi a Rovigo, ha partecipato a numerosi premi e mostre, conquistando notorietà nazionale, tra le quali si ricordano la personale alla Bevilacqua la Masa di Venezia nel 1967 e la IX Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma del 1965. Si dedicò alla pittura, al collage e all'incisione. Artista eclettica, svolse ricerche nel campo della figurazione e nell'astrazione: celebre la serie Nudi paesaggio, degli anni '80, dove la rappresentazione del corpo umano si fonde con il paesaggio.

Luigi Paparella (Pontecchio Polesine, 1950), affianca alla professione di architetto la passione per le arti visive, che lo ha portato ad esporre in varie occasioni, tra le quali si ricorda un'ampia personale ad Abano Terme. Di particolare pregio è la sua produzione all'acquaforte. Il delicato lirismo, l'attenzione al chiaroscuro e le tematiche legate alla memoria sono le cifre della sua produzione.

Egidio Pecorari (Sermide -MN, 1918-1954), diplomato all’Istituto di Belle Arti delle Marche a Urbino, ha acquisito l’abilitazione all’insegnamento della litografia nel 1941. Richiamato alle armi, fu ferito e congedato come invalido di guerra. Ha insegnato all’Istituto d’Arte di Castelmassa dal 1943 al 1954. Ha partecipato a varie mostre. Ha lavorato con la litografia, l'acquaforte e la xilografia, mostrando grande virtuosismo.

Gino Pinelli (Treviso, 1882 – Rovigo, 1949), studiò all’Accademia di Venezia con Guglielmo Ciardi, che ne influenzò l’opera, ed espose alle mostre di Ca' Pesaro. Nel 1909 si stabilì a Rovigo dove, dal 1911, tenne la cattedra di Disegno alla scuola professionale G. Bonifacio, di cui fu poi direttore. Si perfezionò nell'incisione frequentando i corsi di Emanuele Brugnoli alla Scuola Libera d’Incisione di Venezia. Artista completo, si dedicò alla pittura e alle tecniche litografiche e xilografiche: nei temi del paesaggio, della natura morta e nelle scene di genere si espresse con grande invenzione e carica espressiva. Sue retrospettive rodigine si sono tenute nel 1973 e nel 2010.

Angelo Prudenziato (Borsea di Rovigo, 1907 – Rovigo, 1980), dopo i primi studi, completò la sua formazione all’Accademia di Venezia, allievo di Bruno Saetti, Virgilio Guidi e Giovanni Giuliani, e all’Accademia di Bologna, con Giorgio Morandi. Prese parte alla vita artistica in Polesine e fu segretario del Sindacato Fascista Belle Arti di Rovigo. Partecipò alle sindacali d’arte polesana, alle collettive della Bevilacqua La Masa e alla Biennale di Venezia. Artista poliedrico e di indole sperimentale, si occupò anche di grafica pubblicitaria e fu incisore di qualità. Alla fine degli anni '60 risalgono le sue celebre Cortecce, realizzate con la tecnica del frottage.

Claudio Scaranari (Fiesso Umbertiano, 1955), si è formato all’Istituto Statale d’Arte di Ferrara e all’Accademia di Bologna. Dal 1989 al 2019 ha insegnato all’Istituto d’Arte di Castelmassa. Si è interessato alle tecniche d'incisione dal 1972, sperimentando varie tecniche. Ha alternato l'attività artistica a quella di insegnante e di promozione culturale. Ha esposto i suoi lavori in numerose occasioni, tra le quali si ricordano le personali del 1988 a Rovigo, del 1991 a Ferrara e la collettiva Nati sotto Fetonte. Nel suo repertorio iconografico ricorrono elementi che richiamano l'ambiente rurale e fluviale della terra d'origine, elaborate con originali soluzioni formali.

Ermes Simili (Castelmassa, 1923-2014), ha studiato arte a Castelmassa, si è perfezionato al Regio Istituto d’Arte di Venezia con Carlo Dalla Zorza e a quello di Firenze. Ha insegnato all'Istituto d'Arte di Castelmassa dal 1944 al 1984. Si è dedicato alla pittura, all’incisione e alla scultura. Ha partecipato a mostre collettive e tenuto varie personali. Nelle arti grafiche, in particolare nella xilografia, ha raggiunto prestigiosi consensi. L'urgenza creativa e un'attività febbrile lo hanno portato a sperimentare tecniche, supporti e materiali diversi. Stilisticamente la sua ricerca si inserisce nella cultura realista ed espressionista post bellica di matrice cattolica.

Umberto Simili (1949), figlio di Ermes Simili, si è formato all'Istituto d'Arte di Castelmassa e si è perfezionato nell'iincisione all'Accademia di Urbino. All'attività di insegnante ha associato la ricerca artistica che lo hanno portato ad esporre con regolarità e a conseguire premi prestigiosi. Nelle arti grafiche il suo stile fluido si associa ad originali qualità compositive e allo studio puntuale degli effetti chiaroscurali.

Eugenio Tomiolo (Venezia, 1911 – Rovigo, 2003), dopo la Scuola d’Arte dei Carmini a Venezia, si interessò di restauro e frequentò poi l’Accademia di Verona. Si trasferì a Legnago (VR) e, tra una chiamata alle armi e l'altra, visse a Roma durante gli anni della guerra. Dal 1939 cominciò ad esporre e nel 1945 si stabilì a Milano dove entrò in contatto con il gruppo di Corrente. Alla base della sua produzione è l'indagine della realtà, che declinò con stile visionario fino alle soglie dell'astrazione. Un ruolo di rilievo nella sua produzione occupano la grafica e l'incisione, con oltre 700 opere all'attivo. Visse i suoi ultimi anni a Rovigo.

Giorgio Wenter Marini (Rovereto -TN, 1890 – Venezia, 1973), frequentò la scuola Reale Elisabettiana di Rovereto, allievo di Luigi Comel, quindi si diplomò in architettura all'Akademie der Bilden Kunste di Monaco di Baviera. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, renitente alla leva nell’esercito austro-ungarico, scappò in Italia stabilendosi prima a Rovigo poi a Roma, dove collaborò come architetto nello studio di Marcello Piacentini. Almeno fino agli anni Venti fu attivo a Rovigo, dove si sposò e fu ospite del cugino don Antonio Rossaro, con il quale collaborò realizzando le illustrazioni della rivista irredentista “Alba Trentina”. In seguito si trasferì a Trento. Si dedicò alla pittura e alla xilografia.

Per approfondimenti: "Dizionario degli artisti nati o attivi in Polesine nel XIX e XX secolo", di Paola Pizzamano – Alfredo Sigolo – MihranTchaprassian, Adria, Apogeo Editore, 2023.

In copertina un'opera di Antonio Ghezzo, nella foto gallery un'opera di Tiziano Bellinello e due acqueforti di Marisa Occari ("Grande pioppo sul Po" e "Un cestino da Istanbul").

 


Riportiamo qui sotto alcune note del curatore Alfredo Sigolo:

La grafica come "arte democratica": tutti in casa hanno della grafica. E' solo nell'800 che si comincia a distinguere tra la stampa di invenzione e quella di riproduzione, non a caso in coincidenza con la nascita della fotografia. Negli anni '60 si codifica definitivamente la stampa originale.

In Mostra sono presenti 80 opere di 26 artisti, un viaggio attraverso l'arte e gli artisti polesani tra i più significativi del '900. "Almeno questi" è un titolo possibile della Mostra, perché se in Polesine si dovesse fare una GAM (galleria d'arte moderna), questi nomi ci dovrebbero stare tutti. Nell'esposizione non c'è un ordine né tematico né cronologico, perchè si presta a varie letture e percorsi:

- Cronologico: dagli artisti del primo '900 fino ad oggi, con la contemporaneità di Scaranari, Forno e Jessica Ferro.
- Tematico: il paesaggio polesano, l'approccio diverso, intimo e melanconico (Bianchini) o più espressivo (Bellinazzi), quello esotico (Spartaco Greggio), quello rarefatto (Antonio Ghezzo), quello innevato (Pinelli), quello minuzioso e drammatico dell'alluvione (Pecorari), quello totalizzante e meraviglioso, secentesco e guercinesco di (Marisa Occari), quello radiante o trafficato (Estevan).
- L'astrazione e il simbolismo: l'armonia di forme e piani (Ferrari), la figurazione (Osti), magari misterioso (Forno). Ma sono astratti o, per meglio dire, simbolici, i pani (Luppi), attualissime denunce contro la violenza e le guerra (sono ispirati al romanzo "Il muro" di Jean Paul Sartre, sulla guerra civile spagnola), fino al frottage (Prudenziato) con le cortecce.
- Il ritratto e la figura: lo straordinario suonatore di fisarmonica (Ervardo) del 1933, che è stato copertina di una importante rivista, o le figure (Breseghello), l'autoritratto (Pinelli), fino alla contadina (Simili). Ma, a proposito di figure, attenzione al gallo americano monumentale (Prudenziato) che rimanda alla stazione di pollicoltura di Rovigo, un episodio glorioso della storia rodigina e polesana che andrebbe raccontato (Prudenziato è autore della gallina, ma anche della faraona esposta da Vincenzo Baratella alla galleria Mosè, l'ultima personale).
- Gli stili: post-impressionista, espressionista, metafisico, realista, surrealista.

Tutte queste letture rappresentano tessere mobili che possono essere combinate in vari modi.

Questa forma d'arte, nata per avere la massima diffusione, appare oggi nella sua tiratura limitata, in un tempo pervaso da immagini scattate con gli smartphone e modificate con filtri e app di ogni tipo (che possono animare la stessa foto e facendola diventare video), rara e preziosa.

 
Alcuni flash legati agli Artisti presenti in Mostra:
 

Bellinello Tiziano, un personaggio schivo che ha realizzato lirici paesaggi all'acquaforte del Polesine. Bellinazzi Ilario, stessi temi ma tutt'altra tempra espressionista. Bianchini Aldo, il suo un Polesine intimo e segreto. Berto Gian Paolo, il tema classico della musa Berenice (alias Jolena Baldini, storica firma di "Paese Sera") e una sorta di moderno storyboard dei principali temi. Breseghello Loredana, la cartella per finanziare la costruzione della chiesa di Santa Maria delle Rose vicino allo Stadio Battaglini. Ferrari Gabbris, composizioni astratte a colori, riflessioni sulla composizione e sulla forma di grande efficacia. Ferro Jessica, la nuova generazione, la dimostrazione delle potenzialità espressive della grafica nell'età contemporanea; in queste sue opere site specific, ovvero adattate agli spazi, interviene con tecniche antiche, ma anche con personali adattamenti. Fioravanti Ervardo, i cortei. Fioravanti Estevan, i paesaggi raggianti. Ghezzo Antonio, il paesaggio rarefatto. Gioli Paolo, due rare videografie dei primi anni '70, immagini disturbate da un parassita in cui sta tutta la poetica del frammento, dell'interferenza e della distorsione dell'immagine. Greggio Spartaco, un Polesine remoto, quasi esotico. Luppi Nano, la serie di "Pani", scene simboliche modernissime di denuncia della violenza e delle guerre. Dal "Diario di Anna Frank" al racconto "Il muro" di Jean Paul Sartre le sue fonti di ispirazione. Osti Frida, originalissima allieva di Duilio Korompay. Essenziale come Virgilio Guidi. Un esemplare nudo-paesaggio. Marchiori Tarcisio, ha raccolto l'eredità della grande tradizione grafica polesana, approfondendo le tecniche più sofisticate e trasmettendole nell'insegnamento. Occari Marisa, probabilmente la più grande artista dell'acquaforte, la straordinaria natura morta di sapore secentesco (è stata avvicinata al maestro Morandi, ma anche al Guercino) e il tema degli alberi (ripresi oggi dal figlio in fotografia). Paparella Luigi, surreale scena di commedianti, quasi felliniana. Pecorari Egidio, eccellente incisore di Sermide che ha portato in Polesine e in particolare all'Istituto d'Arte di Castelmassa mondo della grafica e della xilografia. Pinelli Gino, uno dei grandi xilografi della prima metà del '900, con uno stile connotato, fortemente chiaroscurale, quasi nordico. Straordinarie le scene di genere innevate. Prudenziato, il gallo monumentale (rammenta la Stazione di pollicoltura) e la rara Corteccia a frottage (ricorda certe opere di Giuseppe Penone nell'arte povera, ma con dispositivi più sperimentali, segno della mancanza di un vero confronto, non di sensibilità). Scaranari Claudio, la contaminazione della grafica attraverso l'inclusione di altri oggetti: materiali, resine, the, karkadè. Tomiolo Eugenio, la fantasia sfrenata. Simili Ermes, xilografie degli anni '40 di rara bellezza e intensità. La contadina richiama quella di Milani attonita, qui è chiusa in se stessa. Simili Umberto, del tutto diverso dal padre, meno ancorato al dato reale e alla terra, più libero e disinvolto nell'invenzione. Ma tuttavia sempre con la grande perizia che gli deriva dagli studi accademici urbinati. Wenter Marini Giorgio, raro ritratto di questo architetto roveretano che, renitente alla leva per l'esercito austro-ungarico, trovò rifugio a Rovigo dal cugino don Antonio Rossaro, per il quale realizzò belle illustrazioni per la rivista irredentista "Alba trentina".




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Mostra Grafica Rovigo 2023