Un incontro con Maria Paiato
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Sorriso, Polesine e talento

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Sorriso, Polesine e talento

Maria Paiato possiede l’incanto e la grazia delle persone gentili. Lo si comprende dal suo interesse per l’interlocutore, da quella sua finezza nei modi, privi di affettazione, da come guarda e ascolta. Stiamo parlando di un’attrice raffinata e di talento, ritenuta  “una fra le migliori in Italia”, con più di 40 anni di carriera alle spalle trascorsi fra teatro, cinema, radio e televisione e insignita di numerosi premi e riconoscimenti. Una volta scesa dal palcoscenico e dalla luce dei riflettori, però, torna ad essere quella che è, ovvero una persona dai modi semplici, che si mette sempre in discussione, che deve il suo successo, probabilmente, alla sua ricerca di perfezione e allo studio costante. Maria è fatta così e il tempo e l’esperienza non l’hanno cambiata. Mentre ti parla come la conoscessi da sempre ci tiene a dire che sta bene in provincia e non le piace la vita nelle grandi città ove la gente, a dir suo, diventa aggressiva, suo malgrado, per difendersi dal caos e dal rumore. Mi piace pensare che il garbo, il pudore e il rispetto per gli altri, le derivino dall’essere una di noi perché lei è nata a Stienta, in Polesine, e ha proseguito la sua vita da ragazza a S. Maria Maddalena. Lì, suo padre possedeva un negozio di elettrodomestici dove avrebbe voluto assegnarle il ruolo che già era stato di sua madre, ovvero quello di assistente segretaria. Maria, però, era, a suo dire, nello svolgere quelle mansioni, un vero disastro, perché, già dalle superiori, sentiva farsi spazio, dentro di sé, una vena creativa sempre più forte. Dapprima è attratta dal disegno, da figurine e bozzetti di moda che le vengono così bene ma poi, grazie ad un insegnante di lettere originale e fuori dagli schemi comincia a cimentarsi in certi temi di fantasia che vengono molto apprezzati e nelle prime recite fra ragazzi. Finita la scuola frequenta una compagnia amatoriale di Ferrara, il gruppo “Teatro minore”, ma mentre ascolta la radio, nel suo negozio, un giorno, ha una folgorazione.  Un’attrice, che ancora lei non conosceva, ma era la famosa Edmonda Aldini, invita i giovani, appassionati di teatro, ad iscriversi all’Accademia d’Arte Drammatica di Roma. Maria non ci pensa un attimo, telefona, acquisisce il bando di ammissione, e dopo aver studiato per un’estate intera, concentrandosi sul teatro greco si presenta con un brano tratto da “Lisistrata”.  L’ammettono e Maria, sostenuta dalla famiglia, anche se dispiaciuta del suo allontanamento, parte. Non è felice di andarsene, di abbandonare la sua terra, la sua famiglia e i suoi amici ma non può fare che così se vuole inseguire i suoi sogni. Sono anni intensi, densi di esperienze, i suoi compagni di corso sono personaggi che diventeranno famosi come Luca Zingaretti e Massimo Popolizio o altri che finiranno per fare i registi o gli scenografi. Dopo tre anni si diploma e comincia a recitare insieme a una cooperativa di giovani attori diretta da Pino Quartullo e, in seguito, come freelance. Nel 2001, però, il destino ha in serbo una sorpresa che la ricollega al suo Polesine. In occasione del cinquantesimo dell’alluvione Sergio Pierattini, attore e drammaturgo, scrive un testo per lei:  “La Maria Zanella”. In quell’interpretazione Maria può mettere tutta sé stessa, i suoi ricordi, la sua gente, gli accenti, i modi di dire del paese e di qualche suo parente e conoscente. Entra così bene in quel personaggio, da cui RAI 3 trarrà una versione radiofonica e che viene rappresentato per la prima volta ad Occhiobello, da meritare il premio UBU, considerato il più importante riconoscimento per il teatro in Italia. Seguono numerose altre esperienze che la fanno conoscere e apprezzare finché nel 2013 a Maria balena l’idea di lasciare Roma, dopo più di trent’anni di permanenza. Ad un tratto è dibattuta, si interroga sul da farsi e parte, sola, per un viaggio durato quaranta giorni, in America. Alla fine la decisione è presa, i suoi genitori sono anziani, malati, non può stare lontana dai suoi affetti e la nostalgia di casa è tanta, così torna a Occhiobello. Sa che questo comporterà dei rischi, teme una flessione degli ingaggi, un allentarsi dei contatti per un lavoro che è fatto tutto di visibilità. Non succede nulla di tutto questo, il lavoro non ne risente affatto e anche se i suoi luoghi sono cambiati Maria ritrova il suo ambiente, la quiete di una provincia sonnecchiosa ma che tanto le è mancata. “Sono una donna di campagna” dice con orgoglio nella mia cucina ove non ha avuto alcuna remora a farsi intervistare. È bello averla qui, sapere che fra una tournée e l’altra la si potrà ritrovare chiacchierando con lei come con una vecchia amica. È davvero una fortuna che Maria sia nata in Polesine.