“Hammershoi e i pittori del silenzio”, dal 21 febbraio a Palazzo Roverella
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- Notizia pubblicata mercoledì 19 febbraio 2025
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- Scritto da Monica Zanforlin
“Hammershoi e i pittori del silenzio” è il titolo dell’ultima mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, che si terrà a Palazzo Roverella dal 21 febbraio al 29 giugno.
Si tratta della prima retrospettiva italiana, curata dallo storico dell’arte Paolo Bolpagni , dopo la riscoperta e la valorizzazione dell’artista avvenuta in questi ultimi anni e che ha determinato un notevole rialzo delle quotazioni relative alle sue opere. In essa verranno approfonditi i quattro ambiti di ricerca che caratterizzano il pittore danese: gli interni, le vedute architettoniche, i ritratti e la pittura di paesaggio. Si apriranno spunti di ricerca anche per approfondire il rapporto dell’artista con l’Italia, intesa come territorio che Hammershoi visitò , ma anche con altri artisti e i critici italiani dell’epoca. Si approfondiranno anche i rapporti con altri pittori europei interessati alle stesse tematiche del silenzio e della solitudine. Considerato il discendente di Vermeer per il suo soffermarsi sulle scene di vita quotidiana, se ne distacca per l’uso della luce e dei colori negli interni, decisamente più smorzati e costituiti da una sinfonia di grigi e bruni.
Viene accostato, considerandolo un precursore, anche a Hopper, per le sue figure poste accanto a finestre, dalle quali filtra la luce fioca dei paesaggi nordici. Hammershoi è unico, però nel suscitare inquietudine e malinconia, proprio per quei personaggi ritratti, a volte di spalle, che nulla condividono con l’osservatore e che si trovano in interni in cui a cambiare è spesso la luce o la disposizione di piccoli oggetti o arredi come candelabri o porte e finestra aperte o chiuse. Si tratta spesso di famigliari appartenenti alla sua ristretta cerchia, in particolare della moglie Ida Ildsted , personaggio enigmatico, ritratta intenta in piccole faccende domestiche e che, affetta da problematiche di tipo psichico , si pensa, possa aver influito sulla pittura dell’artista e su quel senso di malinconia se non di angoscia che ne deriva. Rilke , che lo apprezzava molto, esorta i critici a non parlarne troppo precipitosamente perché il lavoro di Hammershoi , dice “ si inscrive nella distanza e nella lentezza”. Sono sicuramente la luce e i colori a caratterizzare la sua opera in quanto lui stesso riteneva che “ meno il quadro è colorato più è riuscito dal punto di vista cromatico “. Anche la personalità dell’artista , schiva e legata ai pochi amici e alla famiglia che non lasciò mai ne ha sicuramente influenzato l’arte astraendo i suoi dipinti e rendendoli più simili, si è detto, a nature morte che a fotografie della realtà.
Comunque lo si guardi e lo si interpreti , Hammershoi suscita nello spettatore emozioni profonde che fanno il paio con la celata personalità , priva di connotazioni psicologiche dei suoi enigmatici personaggi. Sono loro a colpire lo spettatore, a farlo riflettere su cosa accade o può accadere in quegli interni borghesi semplici e misteriosi. L’intento dell’artista è forse quello, dunque, di farci interrogare sul senso dell’arte e della vita e si può dire che è perfettamente riuscito.
https://studioesseci.net/mostre/hammershoi-e-i-pittori-del-silenzio-tra-il-nord-europa-e-litalia/
https://www.palazzoroverella.com/
Si tratta della prima retrospettiva italiana, curata dallo storico dell’arte Paolo Bolpagni , dopo la riscoperta e la valorizzazione dell’artista avvenuta in questi ultimi anni e che ha determinato un notevole rialzo delle quotazioni relative alle sue opere. In essa verranno approfonditi i quattro ambiti di ricerca che caratterizzano il pittore danese: gli interni, le vedute architettoniche, i ritratti e la pittura di paesaggio. Si apriranno spunti di ricerca anche per approfondire il rapporto dell’artista con l’Italia, intesa come territorio che Hammershoi visitò , ma anche con altri artisti e i critici italiani dell’epoca. Si approfondiranno anche i rapporti con altri pittori europei interessati alle stesse tematiche del silenzio e della solitudine. Considerato il discendente di Vermeer per il suo soffermarsi sulle scene di vita quotidiana, se ne distacca per l’uso della luce e dei colori negli interni, decisamente più smorzati e costituiti da una sinfonia di grigi e bruni.
Viene accostato, considerandolo un precursore, anche a Hopper, per le sue figure poste accanto a finestre, dalle quali filtra la luce fioca dei paesaggi nordici. Hammershoi è unico, però nel suscitare inquietudine e malinconia, proprio per quei personaggi ritratti, a volte di spalle, che nulla condividono con l’osservatore e che si trovano in interni in cui a cambiare è spesso la luce o la disposizione di piccoli oggetti o arredi come candelabri o porte e finestra aperte o chiuse. Si tratta spesso di famigliari appartenenti alla sua ristretta cerchia, in particolare della moglie Ida Ildsted , personaggio enigmatico, ritratta intenta in piccole faccende domestiche e che, affetta da problematiche di tipo psichico , si pensa, possa aver influito sulla pittura dell’artista e su quel senso di malinconia se non di angoscia che ne deriva. Rilke , che lo apprezzava molto, esorta i critici a non parlarne troppo precipitosamente perché il lavoro di Hammershoi , dice “ si inscrive nella distanza e nella lentezza”. Sono sicuramente la luce e i colori a caratterizzare la sua opera in quanto lui stesso riteneva che “ meno il quadro è colorato più è riuscito dal punto di vista cromatico “. Anche la personalità dell’artista , schiva e legata ai pochi amici e alla famiglia che non lasciò mai ne ha sicuramente influenzato l’arte astraendo i suoi dipinti e rendendoli più simili, si è detto, a nature morte che a fotografie della realtà.
Comunque lo si guardi e lo si interpreti , Hammershoi suscita nello spettatore emozioni profonde che fanno il paio con la celata personalità , priva di connotazioni psicologiche dei suoi enigmatici personaggi. Sono loro a colpire lo spettatore, a farlo riflettere su cosa accade o può accadere in quegli interni borghesi semplici e misteriosi. L’intento dell’artista è forse quello, dunque, di farci interrogare sul senso dell’arte e della vita e si può dire che è perfettamente riuscito.
https://studioesseci.net/mostre/hammershoi-e-i-pittori-del-silenzio-tra-il-nord-europa-e-litalia/
https://www.palazzoroverella.com/