Il nuovo libro di Osvaldo Pasello
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- I LIBRI DI ABAO AQU
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- Notizia pubblicata il 1 aprile 2025
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- Scritto da Redazione
Giovedì 10 aprile alle ore 18 alla sala della Gran Guardia di Rovigo sarà presentato al pubblico il nuovo libro di Osvaldo Pasello “Nel Tempo che non c’è” (Abao Aqu Edizioni), con l'introduzione del prof. Fabio Cusin, dirigente IIS “De Amicis” di Rovigo. Dialogherà con l'autore il prof. Paolo Scorzoni, docente e formatore.
L’incontro è promosso dal Circolo Arci “Il Tempo ritrovato” nell'ambito del progetto 2024-2025 di "Radici del contemporaneo" e dall'Associazione REM, con il patrocinio di: Provincia di Rovigo, Comune di Rovigo, Fondazione RovigoCultura e Fondazione Cassa di Risparmio di Pd e Ro.
Osvaldo Pasello è stato docente di Lettere per il 25 anni all’Istituto Tecnico “Maddalena” di Adria, oggi Polo Tecnico, poi per molti anni Dirigente Scolastico in vari Istituti scolastici polesani. Pubblicista, ha scritto nel tempo vari saggi di storia e letteratura, ma non ha mai smesso di documentarsi sull’attualità della ricerca scientifica, filosofica e letteraria. Da questo lungo filone di ricerca nasce il saggio “Il Tempo che non c’è”, che affronta con un linguaggio il più possibile divulgativo le complesse tematiche degli approdi odierni della Fisica, delle Scienze e delle Scienze Sociali, rispetto alla realtà o meno del “Tempo” e, di fatto, rispetto alla nostra posizione nel contesto cosmologico e del “dopo”.
Il libro parte da alcuni presupposti:
- la “meccanica quantistica” sta discutendo la materia e ha demolito il Tempo (già “relativizzato” dalle teorie di Einstein);
- da qui la grande rottura, appunto, tra le sensazioni dell’Io (o della coscienza: altro capitolo) che elabora ogni evento su spazi e tempi, mentre, come detto, la scienza pare voler abbattere queste cattedrali nelle quali ci sentiamo posti.
- e intanto noi “viviamo” di futuro: proprio questo continuo progettare il futuro (guardando al passato) ha rappresentato l’arma vincente del “Sapiens” nei confronti delle altre specie, ma anche la sua iattura. Perché pensare al futuro, inevitabilmente, porta a prevedere la morte, la propria morte (una morte, diceva Freud, di cui l’inconscio non si convincerà mai… eppure arriva).
- ed ecco le domande che da sempre ci facciamo sul “dopo”: nessun’altra specie vivente se le pone, eppure tutti gli esseri viventi terrestri (proprio tutti) sono tra loro strettamente imparentati e derivano, con ogni probabilità, dalla stessa materia organica e da un unico progenitore comparso circa 3.5 miliardi di anni fa. Ma solo noi, sul “dopo”, abbiamo costruito il culto dei morti, le religioni, letterature e filosofie, dimenticandoci che apparteniamo alla stessa materia vivente che dannatamente consideriamo a nostro esclusivo servizio.
Il saggio del prof. Pasello, partendo da questi presupposti, ragiona sul punto in cui siamo, sui paradigmi cui siamo ancorati (vedi le Religioni storiche, le metafisiche occidentali…) e da cui dovremmo presto sganciarci; e sul futuro che ci attende senza questi paradigmi.
In questo viaggio si fa accompagnare da poesia, parole in musica, epica… carpite alle grandi culture occidentali, orientali e africane.
Un testo che deve far discutere e sicuramente farà pensare.