Letture: "Destinazione errata" di Domenico Starnone
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- Pubblicazione: 9 ott 2025
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- Scritto da Liana Isipato
L’ho acquistato il giorno dopo l’uscita, e letto tutto d’un fiato.
Starnone scrive molto di relazioni umane, e quest’ultimo romanzo non fa eccezione. Ci sono dentro la coppia, la famiglia, l’individuo con le sue fragilità. Il tutto col suo riconoscibile stile scarno, semplicemente essenziale e, assieme, profondo e coinvolgente.
L’intreccio parte da un equivoco: il protagonista, padre di famiglia quasi quarantenne, mentre sta gestendo con difficoltà i tre figli piccoli in assenza della moglie Livia, spedisce a lei il messaggio destinato alla collega, un sintetico “Tea”, il nome di un personaggio della sceneggiatura che sta scrivendo assieme a Claudia, e a quest’ultima “Ti amo”, destinato invece, con gratitudine, alla moglie che lo ha ‘salvato’ nella ricerca dei biscotti per Nilde, tra gli strilli del piccolo Giulio di dieci mesi.
Pochi secondi dopo appare, corredato da cuoricini, il messaggio di risposta di Claudia: “finalmente ti sei deciso, anch’io ti amo”.
Con la moglie è facile rimediare, dicendole che il messaggio era per Claudia, le serviva il nome di un personaggio. Ma cosa scrivere alla collega che da due anni lavorava con lui e con la quale c’era pure al di fuori del lavoro una simpatica frequentazione fra le rispettive famiglie? Come, senza mortificarla?
L’imprevedibile risposta di Claudia disorienta il protagonista e da qui il lettore vive assieme a lui le contraddizioni, le crepe nell’apparente coerenza e solidità della sua persona, del suo matrimonio. Con Livia, donna realizzata nel lavoro all’Università, bellissima e di carattere gioioso, c’è un profondo rapporto, una grande intimità, ancora un ardore di coppia…ma cosa lo trattiene dal rivelare a lei e Claudia l’equivoco?
Se pensa a Claudia ne avverte un’immagine sfilacciata, solo dei particolari, ma già cominciano a riemergere nel pensiero dei frammenti di frasi, odori, momenti di vita comune sepolti, anche perché si sente quasi più amico di Alberto, il marito, che di lei stessa. E quando la rivede la mattina dopo, prima ancora di aver risposto al suo imbarazzante messaggio, mentre con Alberto e le loro bambine si sono casualmente incontrati al parco, dove anche lei li raggiunge… “cirri di capelli appena lavati luccicavano al sole quanto l’intrico di piercing sottilissimi che le ornavano le orecchie…E soltanto allora, forse, per la prima volta, le dedicai un’attenzione consapevole, quasi inquisitoria, volta a mettere ordine nel cumulo di stoffe e gesti e voce e bianco dei denti con cui me l’ero riassunta distrattamente negli ultimi due anni”.
Irrompe la forza compressa del desiderio, l’innamoramento.
Claudia, con il suo messaggio inaspettato, ha scombinato la vita del protagonista di cui emergono aspetti e storie finora taciute, in parte rimosse anche a sé stesso.
La narrazione, sempre più avvincente, ci fa sentire in modo palpabile come la struttura di una personalità, la solidità di un matrimonio possano essere fragili, percorse da una forza distruttrice, scatenata a volte da una innocua casualità.
“Da qualche fondo buio mi sta tornando un bisogno infantile di violazione. Voglio andare in pezzi, questo mondo sordo e cieco deve andare in pezzi, è troppo bugiardo. E avvertii un fiammeggiante piacere nel rappresentarmi mentre sfregiavo la mia stessa immagine di marito e padre devoto, mentre minavo un rapporto appagante, mentre facevo venir giù tutto soltanto per un errore generatore di errori”.